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L'Atalanta resta in corsa con una storica prima volta

Muriel e Gomez firmano il 2-0. Tre punti con lo Shakhtar (City permettendo) e sarà qualificazione

L'Atalanta resta in corsa con una storica prima volta

Milano Difficile immaginare che una squadra arrivi agli ottavi di Champions dopo aver raccolto un punto nelle prime quattro giornate. Eppure l'Atalanta, partita come Cenerentola d'Europa, presa a schiaffi da Zagabria a Manchester, infilata nel più atroce dei modi dallo Shakhtar all'andata a San Siro, adesso ci può persino credere. Trovata la prima vittoria, senza nemmeno faticare troppo, ieri con la Dinamo, adesso si giocherà tutto nell'ultima sfida in Ucraina sul campo dello Shakhtar, squadra quadrata e rodata in questa competizione, che ieri è tornata da Manchester con un pari che sarebbe il risultato sufficiente anche in casa con i bergamaschi.

Ma Gasp e i suoi adesso vogliono giocarsi tutto fino in fondo. Gasperini che bacia la traversa e benedice i rigori, perché alla resa dei conti pesano quello segnato da Muriel, quello sbagliato da Gabriel Jesus che garantì il punticino pesantissimo strappato al Manchester City, ma soprattutto quello segnato da un certo Tetè al 98' di Dinamo Zagabria-Shakhtar Donetsk che ha impedito ai croati di qualificarsi, perché a quel punto l'Atalanta ne avrebbe dovuti fare cinque ieri sera, invece di due...

Gasperini ringrazia l'intuizione di aver scelto Muriel fin dall'inizio, perché il colombiano è l'unico ad avere concretezza in un primo tempo votato agli sprechi. E infatti è proprio l'ex doriano che va a procurarsi astutamente il penalty e poi lo trasforma, dando finalmente un peso numerico a una partita in cui l'Atalanta ha iniziato buttando al vento due clamorose occasioni sotto porta, e ha chiuso ringraziando la sorte per quel capolavoro di Orsic finito incredibilmente contro la traversa di Gollini.

Così, per non ripetere il copione del primo tempo, con Gomez che ispira e Hateboer e Pasalic che sprecano, il Papu decide di cominciare la ripresa facendo tutto da solo: prende palla, infila in tunnel Ivanusec e va a segnare subito il 2-0 con un gran diagonale. È il gol che griffa l'avventura dell'Atalanta sul palcoscenico di San Siro: finisca come finisca, la discesa dei bergamaschi sullo stadio milanese è stato un crescendo continuo, di partecipazione, di fede, di gol, di spettacolo.

Una sconfitta assurda (con lo Shakhtar), un pareggio prestigioso (con il City) e una vittoria piena di speranza (con la Dinamo). I trentamila che anche ieri hanno infilato l'autostrada pieni di fede nella Dea, possono ancora sperare. Vincere in Ucraina sarà un'impresa ai limiti del miracolo, ma gli dei, di sa, sono fatti per questo.

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