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Lazio bella di notte, finale ipotecata

Il derby d'andata di coppa ai biancocelesti. Roma spenta. Ancora offese razziste a Rudiger

Lazio bella di notte, finale ipotecata

Durava da quasi quattro anni e ben sette derby il digiuno di vittorie della Lazio. Evidentemente l'aria di Coppa fa bene ai biancocelesti, visto che l'ultima volta era stata in quella finale del 26 maggio 2013 vinta con il gol di Lulic (ieri assente). Il 2-0 maturato con i gol di Milinkovic-Savic e Immobile scrive una storia nuova nella sfida capitolina e apre interessanti scenari per la gara di ritorno. Vittoria meritata per quello che si è visto nei 90 minuti, con una Roma stranamente meno incisiva e molto scarica, sia mentalmente che fisicamente. Era dalla sfida di Torino che i giallorossi di Spalletti non perdevano con due reti di scarto e per la seconda volta in stagione restano a secco di gol in una partita giocata all'Olimpico (il precedente il 23 agosto scorso con lo 0-3 incassato dal Porto nell'infausto preliminare di Champions League). Nota stonata nella serata di gloria del pubblico laziale, accorso più numeroso di quello di fede giallorossa, gli ululati razzisti verso Rudiger, tirato in ballo da Lulic in maniera poco elegante dopo il derby di dicembre.

Spalletti opta per un turnover moderato e la squadra mostra stanchezza e minore lucidità rispetto alle ultime sfide. Inzaghi, invece, imposta bene e gestisce al meglio anche i momenti (pochi) difficili della gara. Più cattiva e concreta la Lazio, meno pericolosa e con un ritmo diesel la Roma poco brillante come mai si era visto negli ultimi tempi.

La Lazio arriva a questo derby con il fardello di quattro stracittadine perse di fila e consapevole di una Roma lanciatissima. Simone Inzaghi decide di schierare a specchio degli avversari la sua squadra, utilizzando quel 3-4-2-1 varato dal collega Spalletti proprio nell'ultima stracittadina del 4 dicembre scorso e mai più abbandonato dai giallorossi. È la mossa chiave, con l'avanzamento di Milinkovic-Savic qualche metro più avanti che regala maggiore pericolosità alla Lazio. Il turno di riposo concesso a De Rossi e le squalifiche di Lulic e Radu fanno sì che non ci siano reduci dell'ultima sfida di Coppa Italia e nemmeno un romano in campo (ci sarà il solo Crecco). I biancocelesti badano nei primi venti minuti a tenere le distanze e a non lasciare campo ai romanisti, rischiando il minimo (una fiammata di Salah chiuso da Strakosha con un'uscita tempestiva e ben calcolata), poi mandano due avvisaglie ad Alisson con Milinkovic-Savic e Immobile. Ed è proprio il serbo a rompere l'equilibrio sfruttando il cross di Felipe Anderson, sempre più uomo assist di questa Lazio. La Roma impiega qualche minuto a riprendersi, apparendo scarica in alcuni elementi, poi Dzeko si rende pericoloso con un paio di conclusioni. Ma la difesa biancoceleste e in particolare Wallace, che deve farsi perdonare l'erroraccio che cambiò la storia dell'ultimo derby, concedono pochissimo. Nainggolan fatica a entrare in partita e si accende solo in un'occasione, quando riesce a mettere Salah in condizione di colpire (palo esterno da dentro l'area).

Il ritmo si alza e la Lazio non rinuncia a farsi vedere dalle parti di Alisson: Lukaku spinge molto a sinistra, tenendo bloccato Bruno Peres più volte in ambasce. E con l'ingresso di Keita, la Lazio spinge ancora: un suo assist delizioso manda in gol Immobile.

Il 2-0 è risultato inatteso, i biancocelesti si difendono con ordine nel finale, Strakosha fa un piccolo miracolo sul tiro di Perotti deviato e Inzaghi può esultare. Il ritorno del 4 aprile sarà tutto da gustare. Magari con qualche presenza in più sugli spalti.

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