Il Lecce "ammazzagrandi" punisce pure la Dea

Bergamaschi senza grinta, pugliesi cinici. Il gol di Hojlund ormai a partita finita

Il Lecce "ammazzagrandi" punisce pure la Dea

Gasperini è attapirato, ma non cerca (quasi) alibi: «Il fallo di Ceesay su Demiral in occasione dell'1-0? La maglia è stata un pò tirata, ma se l'arbitro non ha fischiato...». Ma il Gasp sa che i suoi hanno fatto male, e non lo nega: «A noi è mancata la fase di realizzazione insieme all'ultimo passaggio. Alla fine siamo riusciti a fare gol, ma serve a poco quando ne prendi due così, il primo con un tiro da lontano e il secondo da calcio d'angolo». Poi una carezza di consolazione, così giusto per non deprimere l'ambiente: «La squadra c'è sempre con la propria identità e con l'impegno, ma partite come queste sono a rischio. Se s'incanalano male dall'inizio, si prendono sconfitte cocenti». Fatto sta che ieri la Dea si è tolta la benda e, alla fine, ha visto solo un ko: il proprio. Fortuna, ma - soprattutto - merito sono stati tutti per il Lecce che è andato a Bergamo, dando lezione di calcio a un'Atalanta imbambolata fin dall'inizio. Non a caso il gol del vantaggio per i pugliesi è arrivato dopo appena 4 minuti con un tiro dalla distanza di Ceesay sul quale Musso è partito in ritardo e i suoi compagni di reparto non sono partiti per nulla. Dopo lo sberlone, i bergamaschi finalmente si svegliano. Ma, molto più sveglio di loro, è il portiere Falcone che vola miracoleggiando. Negli spogliatoi strigliata di Gasperini e squadra che entra nel secondo tempo leggermente più determinata. Intanto il Lecce, schierato mirabilmente da mister Baroni (netta la sua vittoria tattica sull'esperto Gasp), si difende con ordine; anzi, va al raddoppio al 74' con Blin. Il match torna in discussione solo a tre minuti dalla fine grazie all'unica distrazione di Falcone che si addormenta nel rinvio: Hojlund lo beffa facendogli fare una figuraccia.

Ma il portiere del Lecce, appena un minuto dopo la papera, dimostra di essere un tipo di carattere, compiendo un capolavoro su tiro malefico di Muriel. Poi il the end. Felicissimo per il Lecce che si conferma grande con le grandi, amarissimo per la Dea che, a 41 punti, arresta momentaneamente il tabellino di marcia destinazione Champions. Saprà rifarsi.

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