"Leclerc non ha superato Seb. Ma la prima guida è chi vince"

Ferrari: "Charles è andato subito forte come solo Lauda e Schumi Vettel non è in crisi. Mio padre le stellette non le dava mai..."

"Leclerc non ha superato Seb. Ma la prima guida è chi vince"

Piero Ferrari è il custode del tempo. L'uomo che rappresenta il passato e il futuro dell'azienda creata da suo padre e della quale lui ancora possiede il 10 per cento oltre a sedere sulla poltrona di vicepresidente. Mercoledì quando è salito sul palco in Piazza Duomo e ha visto davanti a sé il mar rosso si è emozionato anche lui. «Una scena che avrebbe inorgoglito anche mio padre, anche se non so se sarebbe salito su quel palco... Era così schivo ai festeggiamenti... Mi ha fatto davvero piacere vedere tutta quella gente con maglietta e cappellino rossi. Vedere con quanto affetto ci seguono anche in un anno in cui abbiamo avuto qualche difficoltà in più del previsto».

Siamo a Monza, una gara che suo padre ha sempre atteso in modo particolare.

«Monza si corre a settembre e mio padre incominciava ad aprile-maggio a chiedere: per Monza che motore abbiamo? Che cosa facciamo di speciale per Monza? Investiva sempre per il Gran premio d'Italia... Era la gara in cui voleva dimostrare di essere competitivo e voleva cercare di vincere».

Che Ferrari arriva a Monza?

«Una Ferrari in forma perché ha appena vinto a Spa, ma Monza è diversa, vedremo... Tutti pensano che Monza sia solo rettilinei, però ha anche due-tre curve estremamente importanti come le due di Lesmo e la chicane Ascari: una macchina deve avere il bilanciamento perfetto per andare veloce. Monza sembra facile, ma non lo è».

Le piace Leclerc?

«Sono stato davvero molto felice di averlo visto guidare in quel modo e vincere a Spa. Una vittoria meritata per le sue doti e per come ha guidato. E poi l'ho apprezzato anche dopo perché in un weekend in cui c'è stata una tragedia ha ricordato anche questo... Gli ho ricordato anche che lui è venuto alla Ferrari quando c'era qualcuno che adesso non c'è più, Sergio Marchionne. Sergio guardava con me le sue gare in Formula 2 e diceva questo ragazzo promette bene. E aveva ragione».

Si è detto che avrebbe voluto portarlo in Ferrari già a metà della scorsa stagione?

«È vero avrebbe preso anche quel rischio l'anno scorso. Ma non ne ebbe il tempo».

Leclerc le ricorda qualche pilota del passato?

«Qualcuno che subito ha dimostrato di essere veloce, di andare forte, di non aver troppo da imparare, qualcuno di grande... lo stesso Lauda, con un carattere molto diverso, venne e dimostrò di andare subito forte. Michael non con noi, ma dimostrò di andare subito forte... lo stesso Senna. Insomma Charles ha sicuramente qualcosa di speciale».

Crede che Vettel sia ormai nella sua parabola discendente?

«Non credo. Se la macchina è vincente possono vincere tutti e due e poi in Canada ha praticamente vinto lui. È un ragazzo che sa vincere e può ancora vincere se gli diamo una macchina giusta... E poi è un grande appassionato della nostra storia, qualche anno fa si è comprato una F40 e poi voleva sapere tutto di un'auto nata prima di lui».

Se Leclerc vince ancora però possono cambiare le gerarchie all'interno del team?

«Tengo solo a una cosa: che vinca la Ferrari, poi durante una gara le strategie possono favorire uno o l'altro pilota. Io sono convinto che la squadra lavori per vincere, poi alla fine del campionato se bisogna fare delle scelte... Però io sono un po' come mio padre le stellette da prima guida non le voleva mai dare... è meglio che la prima guida sia quella che vince».

Adesso vince sempre Hamilton che tra l'altro ha appena dichiarato di essere stato tifoso Ferrari da bambino.

«Sono sicuro che sia vero... ha anche delle Ferrari, le compra. L'ho conosciuto, è un ragazzo molto gentile, poi lui corre contro di noi e noi contro di lui...».

Magari un giorno correrà con voi...

«Lui non ha bisogno di noi e noi non abbiamo bisogno di lui o viceversa abbiamo bisogno entrambi di correre assieme... In Formula 1 ci sono coincidenze, congiunture che possono portare a un ingaggio oppure no».

Binotto è l'uomo giusto per la rinascita?

«Sono sicuro che farà un ottimo lavoro. È una persona seria, un ingegnere che capisce la parte tecnica ma anche una persona che ha gestito dei gruppi di lavoro.

È una persona onesta e guarda la realtà delle cose con i piedi per terra. Ho fiducia in lui, ha solo bisogno di tempo per mettere in fila tutto. Oggi la squadra corse ha più di mille persone che lavorano a Maranello. Organizzare il lavoro di tante persone non è banale».

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