Nuova Italia, vecchie paure

L'era Spalletti inizia con una delusione: solo un pari con la Macedonia. Immobile segna poi l'errore di Donnarumma. Qualificazione difficile, il Ct duro: "Migliorare, il Paese ci guarda"

Nuova Italia, vecchie paure
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Un'altra Macedonia indigesta, la seconda consecutiva dopo la figuraccia di Palermo. Insopportabile per il buon nome del calcio italiano che continua a scivolare verso il basso con una continuità preoccupante. Il pari di ieri, complicato dallo stesso risultato dell'Inghilterra con l'Ucraina, fa partire Spalletti col passo sbagliato e mette in crisi la contabilità del girone. Qualità di calcio scadente, terreno indecente, condizione fisica precaria: la somma di questi tre fattori ha prodotto la prima delusione del nuovo corso. Poiché non possiamo mettere il ct appena arrivato dietro il banco degli accusati (discutibile solo l'ingresso di Raspadori al 90esimo), la responsabilità principale è del gruppo e della sua modestissima cifra tecnica. Deludono in tanti, troppi, a cominciare da Politano e Zaccagni, per citare poi Zaniolo e Donnarumma. Così diventerà dura qualificarsi per Germania 2024. Va bene tutto ma giocare a calcio su un tratturo di campagna, per la qualificazione europea, non è proprio il massimo della vita. E sul tema l'Uefa dovrebbe pretendere qualcosa di meglio dai suoi associati. Il prato della National Arena di Skopje è pieno di buche e di zolle traditrici: scorrendo su quel terreno accidentato, il pallone sembra abitato da un coniglio, con rimbalzi imprevedibili che rendono tormentato il controllo e qualche giocata tecnica. Tutto ciò però non può risultare quale alibi collettivo per la prova dell'Italia di Spalletti che comanda il gioco, specie nella prima frazione, secondo previsioni, confeziona almeno 4 occasioni promettenti ma finisce con l'esaurire le migliori energie al palo centrato da Tonali più una serie di conclusioni dotate di discutibile mira tradita in sequenza da Di Marco, Mancini e Politano, quest'ultimo subito sostituito all'intervallo e più volte redarguito dal suo ct. L'arrivo di Zaniolo all'incipit della ripresa è perciò una mossa quasi annunciata e sembra coincidere con una maggiore precisione degli attacchi azzurri. Alla prima incursione pericolosa, infatti, Barella esce dal guscio centrando dal limite con una volè la traversa: per sua fortuna Immobile è al posto giusto e di testa può trasformare la respinta nel suo 17esimo sigillo azzurro.

La Macedonia non è il più arrendevole dei rivali. Gioca per un tempo allagando la propria metà campo e rendendo lento e problematico l'accesso azzurro all'area di rigore. In un paio di occasioni, in classico contropiede, fanno anche tremare le gambe a Donnarumma. Elmas, il napoletano, è il cliente più pericoloso della compagnia macedone e arriva vicinissimo al bersaglio con un tiro a giro dal limite a metà ripresa. C'è un altro segnale poco incoraggiante ed è l'infortunio muscolare denunciato da Mancini (al suo posto Scalvini prima dell'ora di gioco): si tratta dell'ennesimo romanista caduto sul fronte della nuova stagione, un preoccupante allarme per Mourinho. Il sigillo di Immobile invece di spianare la strada agli azzurri ne complica la vita anche per il contributo deludente di Zaniolo, Zaccagni e dei centrocampisti nel frattempo in evidente affanno fisico.

Alla seconda punizione subita dal limite, procurata da un intervento scomposto di Zaniolo, ecco il tiro a giro del capitano Bardhi che sorprende Donnarumma, partito con un attimo decisivo di ritardo. 1 a 1 meritatissimo.

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