L'Europa dell'Inter non è neutrale

Mazzarri rilancia Guarin e carica: «In campo sempre per vincere. Possiamo arrivare in fondo»

Ha detto Miron Markevic che giocarla in casa per loro sarebbe stato meglio. Ma a Dnipropetrovsk non si può, l'ha deciso la Uefa che preferisce tenere i suoi tesserati lontano dalle pallottole, meglio Kiev, 350 chilometri più in là, centri commerciali affollati, gente in strada senza l'elmetto e apparentemente serena per quanto può esserlo in simili circostanze. Markevic è il tecnico del Dnipro ma in passato era sulla panchina del Metalist quando affrontò la Sampdoria di Walter Mazzarri: «E l'ho battuto, ma l'Inter è l'Inter e non sarà facile. Mi dite che non possiamo perdere? La fase a gironi è formata da sei partite...».

Anche Mazzarri si ricorda di Markevic: «Sempre difficile giocare contro le ucraine - ricorda-, qui a Kiev ho perso anche con il Napoli, ma ho una rosa attrezzata per tentare di arrivare il più in alto possibile, in Italia e in Europa». E non è ottimismo e neppure il sette rifilato a quelli del Sassuolo. Sembra che solo ora ci si stia accorgendo che quell'Inter di Moratti e Mou non c'è più, tutto nuovo, tutto diverso, pronti per un altro giro che parte da una zona in conflitto, prodromo di grandi battaglie: «Andiamo in campo sempre per vincere - dice sicuro -, e possiamo arrivare in fondo. Ora ci occorre continuità e con il Dnipro sarà importante verificarla. Quando giochi ogni tre giorni devi pensare e valutare tante cose, ci saranno delle rotazioni, Jonathan e Campagnaro stanno bene ma nessuno dei due ha i novanta minuti nelle gambe». La rotazione dovrebbe tirare dentro Ranocchia, Kovacic e Icardi a giudizio i tre più tonici del gruppo. L'azzurro non si è ancora fermato, comprese le due in nazionale, l'argentino lascia spazio a Palacio che ha bisogno di respirare la squadra, e senza un'entrata decisa di Obi durante l'ultimo allenamento ad Appiano, magari Kovacic avrebbe giocato. Solo una misura precauzionale, una botta al tallone già smaltita, il croato ha svolto l'allenamento delle 16,35 sul campo di questa sera ma potrebbe andare in panchina. Tutto questo spinge Fredy Guarin in campo fin dal primo minuto, ora è totalmente un nuovo acquisto, lo ha capito anche la tifoseria che ha risposto bene al suo ingresso in campo domenica, contraccambiata da una ventina di minuti superbi: «È stato molto importante, per me è cominciata una nuova storia».

Affaticamento per Nagatomo, squalificato Medel, euforico Dodò convocato da Dunga per la sfida con l'Argentina: «Ne ho visti pochi come lui - ha detto il ct brasiliano- che sanno arrivare molto bene nella metà campo offensiva». Con la squadra il dg Fassone, il ds Ausilio e il Ceo Bolingbroke, l'uomo di Thohir oggi davanti al tv color, ma ci tiene un sacco.

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