L'ex ct riparte dal Chievo «L'Italia? Potevo fare di più...»

Non ce la faceva proprio più a stare lontano dal campo e la voglia di mostrare il proprio valore sulla panchina è tanta. C'è da capirlo. Gian Piero Ventura è stato senza dubbio l'allenatore più criticato e sbeffeggiato nell'ultimo anno coinciso con la mancata qualificazione dell'Italia ai Mondiali.

E, nella giornata di presentazione come nuovo allenatore del Chievo Verona, non poteva mancare il capitolo Nazionale: «Mi porto il rammarico di quello che si sarebbe potuto fare ma non me ne è stata data l'opportunità. Ogni tanto ci penso: otto vittorie e due pareggi nelle prime dieci - ha continuato -, poi alla prima sconfitta è successo quello che nessuno avrebbe mai pensato potesse succedere». Italia impegnata proprio due giorni fa con l'Ucraina, ma Ventura l'ha seguita da lontano e senza audio: «Solo perché ero a cena con la società e parlavamo di quel che c'è da fare. Auguro tutto il bene a Roberto Mancini. Per me è un capitolo chiuso, ma sarò sempre tifoso della Nazionale».

Prendere il Chievo ultimo in classifica a -1 e portarlo alla salvezza non sarà semplice, anzi, probabilmente si tratta di un'impresa. Ventura ne è conscio, non si nasconde ma non si tira nemmeno indietro: «Non è stato un problema dire di sì a Campedelli - ha dichiarato -, la sfida non è facile ma mi dà adrenalina, la vivo con l'entusiasmo di un bambino. Ho una voglia feroce di rimettermi in discussione». E sulla situazione del Chievo: «Mancava un po' la serenità.

Da parte dei ragazzi c'è voglia di mettersi in discussione. La A è un bene prezioso, bisogna far di tutto per tenerla». Raggiunto anche dai microfoni de le Iene che gli hanno chiesto di Tavecchio, però, ha preferito non commentare. FSp

Commenti
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica