L'Inter non sa segnare senza un centravanti La Lazio spaventa Milano

Nerazzurri inconsistenti, Milinkovic li beffa Ora i romani vedono la zona Champions

L'Inter non sa segnare senza un centravanti La Lazio spaventa Milano

Milano Mauro Icardi guarda accucciato nel suo Sky Box di San Siro l'Inter perdere. L'escluso dai convocati che con il senno di poi avrebbe fatto comodo anche per una manciata di minuti. Invece Luciano Spalletti ha deciso di andare per la sua strada a costo di rischiare di perdere. E ha perso forse perché voleva stravincere. La Lazio era un crocevia fondamentale per indirizzare il finale di stagione, per ipotecare la prossima Champions League. Invece l'Inter resta pericolosamente vicina all'ammucchiata che si contenderà gli ultimi due posti per la nobile Europa. Della squadra ammirata nel derby contro il Milan non c'è stata traccia, meno ancora di quella che un girone fa vinceva giocando bene all'Olimpico contro la Lazio. I nerazzurri sono stati incapaci di rimontare il gol di Milinkovic Savic dopo un quarto d'ora. E hanno finito fischiati e chiamati dalla curva alla gogna pubblica: «Noi abbiamo l'Inter nel cuore». Come era successo contro l'Eintracht Francoforte. Ed è stata anche una partita fotocopia di quella con i tedeschi, che è costata l'eliminazione dall'Europa League. Colpita a freddo la squadra di Spalletti è stata incapace di risalire anche perché orfana di Lautaro e con Icardi fuori per scelta tecnica, Keita come contro l'Eintracht ha dimostrato di non essere all'altezza.

Così è stata la notte dei ritorni. Ma non per l'Inter. Torna Mazzoleni a San Siro, mancava dalla notte della vergogna di Santo Stefano, quella dei cori razzisti contro Koulibaly e della morte dell'ultrà Daniele Belardinelli. Torna Claudio Lotito in trasferta: non seguiva la sua Lazio dalla vittoria in casa dell'Udinese firmata da Candreva, era il febbraio 2015, quattro anni fa. Dopo oltre un mese torna anche Mauro Icardi allo stadio a dire il vero, ma solo come spettatore. E si capisce subito che avrebbe fatto comodo. Perché senza Lautaro Martinez, Keita fa fatica a reggere se stesso e non solo il peso dell'attacco. Poca roba, ma a dire il vero non solo lui. Tutta l'Inter. Che pure era partita bene. Ma al primo contropiede si è fatta sorprendere clamorosamente. Il gol è stato la sintesi della partita con Milinkovic Savic che salta in testa a Brozovic che resta a guardare come sorpreso dalla presenza del serbo.

La prestazione del regista croato è una delle tante spiegazioni a un'Inter a tratti remissiva, quasi non ci fosse in palio la possibilità di ipotecare il posto Champions, il minimo indispensabile per salvare una stagione sull'orlo del fallimento. A un certo punto è sembrato di rivedere la partita di ritorno contro l'Eintracht Francoforte. La Lazio come i tedeschi ha sprecato più volte in contropiede il colpo del ko. Non solo per demerito di Immobile e soci, ma anche per la bravura di Handanovic, straordinario in almeno tre situazioni: strepitoso il riflesso sulla testata di Bastos e perfetto sulla sassata di Luis Alberto nel primo tempo; un capolavoro la chiusura su Caicedo nella ripresa.

Sull'altro fronte l'Inter ha avuto poco da Perisic nonostante la mole di palloni giocati, mentre Politano è stato l'unico a cercare con convinzione il bersaglio. Nel solito assalto finale Spalletti si risparmia la mossa Ranocchia centravanti.

Però quando toglie Keita per Joao Mario il pensiero corre a Mauro Icardi. Sarà stato anche giusto non convocarlo, ma così ci si è negati il destino di un gol che sarebbe stato il modo migliore per chiedere scusa. Niente di tutto questo. Resta solo il ritorno mancato nella notte dei ritorni.

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