Milano. Adesso, guai a fermarsi un'altra volta. È il messaggio che Inzaghi lancia a se stesso e alla squadra prima di sfidare il Verona, avversario spigoloso e sdrucciolevole, che di certo renderà la vita molto difficile ai nerazzurri. Però, sbancata Torino con una buona dose di fortuna, l'Inter ha davvero l'opportunità di dare un segnale forte nella corsa scudetto. San Siro (quasi) pieno è benzina alle ambizioni nerazzurre, anche se in realtà non è certo il tifo che è mancato all'Inter nella fase più buia della stagione, quella che va dalla sofferta vittoria all'ultimo istante sul Venezia (22 gennaio) al pareggio in rimonta contro la Fiorentina (19 marzo, sempre di sabato e alle ore 18, come oggi): 4 partite in casa con la sola vittoria contro la Salernitana, poi il pari con i viola e le sconfitte con Sassuolo e Milan.
Sono soprattutto i gol a essere mancati in questo scorcio di stagione. Lo dicono i tabellini e le statistiche (nel ritorno l'Inter sta segnando meno della metà che all'andata) e perciò è grande l'attesa per chi oggi prenderà il posto dello squalificato Lautaro Martinez, accanto a Dzeko. Le preferenze di Inzaghi e gli ultimi allenamenti fanno presumere che sarà Tucu Correa, il giocatore voluto fortemente da Simone la scorsa estate, l'unico rinforzo estivo, costato anche molto caro (oltre 30 milioni) per una società che deve fare gli investimenti con il bilancino da farmacista, certamente il nerazzurro che finora meno ha dato rispetto a quanto era stato messo in preventivo. «L'assenza di Lautaro è pesante, ma ho la fortuna di avere in squadra alternative molto valide e tutte in ottima salute», spiega Inzaghi senza ufficializzare l'impiego a tempo pieno di Correa, con Sanchez (e Caicedo) destinati alla panchina.
All'andata col Verona, era il 27 agosto, molto più che un girone fa a causa del calendario asimmetrico, Correa brindò al suo debutto in nerazzurro segnando 2 gol in 10 minuti e regalando di fatto la vittoria all'Inter. Sembrava l'avvio di una grande storia, invece complici gli infortuni, ma non solo quelli, siamo arrivati a fine stagione e di gol ne sono arrivati solo altri due. Di nuovo una doppietta (all'Udinese) come sempre negli ultimi 8 gol segnati da Correa fra Lazio e Inter. Una curiosità più che una caratteristica.
Accanto a Correa ci sarà Dzeko, un altro che nel 2022 ha annacquato le proprie statistiche (5 gol in 16 partite) dopo un avvio di stagione nel quale aveva allontanato a spallate il ricordo allora freschissimo di Lukaku. «L'Inter ha dimostrato di poter battere chiunque», chiosa Inzaghi col morale alto per la vittoria di Torino.
«Ma è proprio da partite come quella col Verona che dipende il nostro futuro. Tudor ha già dimostrato di essere un ottimo allenatore e ha una squadra molto forte, con individualità importanti. Dovremo stare molto concentrati per non farci sorprendere».
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