L'Italatletica vuole fare (almeno) 13

La nazionale di Jacobs e Tamberi può battere i dodici podi di Spalato '90

L'Italatletica vuole fare (almeno) 13

Trepidando per Alberto Juantorena , il cavallo magico di Cuba che non ha saltato l'ostacolo del covid, dopo aver fatto la storia dello sport, l'atletica si prende la scena in Baviera nella Monaco che ci ha dato brividi con le nostre ginnaste, in una festa davvero speciale.

Roma e i nostri campioni nel nuoto sembra lontana, ma l'atletica italiana nella sua carica dei quasi 101, tre rinunce hanno ridotto la squadra, spera di risvegliarsi nello stadio e nella città dove lo sport perse la sua innocenza ai Giochi olimpici del 1972 con l'attentato dove morirono atleti e anche un'ideale.

Obiettivo migliorare le 12 medaglie di Spalato del 1990, tripletta italiana nella maratona di Bordin, due ori per Antibo, festa per Panetta e la Sidoti, bronzo sui 10.000 per Stefano Mei il presidente di oggi. La speranza sarebbe di portare almeno 14 o 15 dei nostri sul podio, magari cominciando dalla finale dei 100 di domani sera se Jacobs, prima di Tamberi, riuscirà ad uscire dall'incubo, tornando a farci sognare come a Tokio.

Nel 1990, l'ultima presenza in gara della DDR, c'era un'atmosfera ben diversa. L'Europeo contava tanto, ora sembra un appendice a troppi avvenimenti meglio pagati e non soltanto perché mancano i russi fuori gioco, prima per doping e poi per la guerra in Ucraina.

Diciamo che il mondo, dopo Eugene, ha detto che alle Olimpiadi giapponesi furono miracoli. Ora ci serve qualcosa di speciale e nei sogni ci mettiamo Tortu sui 200, la Vallortigara nel salto in alto, magari i ragazzi del salto triplo, convinti che Crippa e i nostri siepisti possano tornare a sorridere dopo aver guadato da fuori, sicuri che Stano non tradirà sulla 20 chilometri di marcia, nella speranza che il martello della Fantini finisca davvero lontano. Sulla 4x100 maschile che fu il gioiello prezioso in Giappone più corvi che aquile, ma tutto dipenderà da Marcello Jacobs e domani capiremo se il suo viaggio nell'incubo dopo l'oro indoor, è davvero finito, sapendo che Tortu dovrà prima cercare se stesso sui 200 e poi pensare a quell'ultima frazione nello stadio imperiale.

Ci serve fede più che fortuna, guardando con invidia al nuoto che non è arrivato certo per caso alla vendemmia del Foro Italico. Abbiamo giovani talenti che stanno sbocciando, ci siamo tenuti il meglio per l'Europa perché Eugene e il mondiale non avevano spazio per i nostri sogni, ma sarebbe meglio dire qualità.

Jacobs e Tamberi i cavalieri oscuri che prima dei loro matrimoni dovranno dirci se hanno ancora dentro la stessa magia fotografata mille volte nell'abbraccio dorato di Tokio. Infortuni in mezzo a molte passerelle, problemi difficili da risolvere se, come diceva Juantorena dopo la doppietta dorata di Montreal, la candela si è consumata troppo anche fuori dal campo.

Per i

due co capitani avversari meno feroci che nell'Oregon, ma ora ci serve un Jacobs capace di correre bene sotto i 10 secondi e un Tamberi in grado di volare dove l'Europa guarda da sotto Barshim e Woo i campioni di Eugene.

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