
A San Valentino riscoppia l'amore per il ciclismo italiano. Un due tre, troppa grazia dopo tanto digiunare. Vince Christian Scaroni, davanti al compagno di squadra Lorenzo Fortunato: arrivano mano nella mano come due innamorati, dopo una lunga fuga iniziata fin dal mattino. «Avevamo un patto, Lorenzo si è dimostrato uomo con la maiuscola».
Terzo, a 55, arriva Giulio Pellizzari, che liberatosi da impegni di badante a Primoz Roglic, ieri caduto e ritirato, mostra al mondo intero di che pasta è fatto. «Sto bene e volevo recuperare un po' di terreno perso. Cosa mi aspetto? Fare bene. Quando uno va forte, anche se corre in un team straniero, non ci sono problemi: se hai le gambe, ti danno tutto lo spazio che vuoi».
Vittoria italiana dopo sedici tappe, un podio interamente tricolore che non si vedeva da nove anni, ma di questa giornata la notizia più bella è proprio quella di questo 21enne marchigiano che ha doti da grande corridore. Motore di assoluto livello, temperamento da campione. Non è tipo che conti le pedalate o si nasconda: lui attacca e può davvero entrare a far parte di questa nouvelle vague generazionale, fatto di ragazzi terribili che non hanno paura ad esporsi con sfacciata incoscienza. La tappa di ieri dice diverse cose: l'Italia c'è e i grandi favoriti della vigilia, Primoz Roglic e Juan Ayuso escono dai giochi: uno va a casa e l'altro sprofonda. Appena la corsa si accende sul Santa Barbara, a 45 all'arrivo, lo spagnolo perde le ruote e alla fine accumulerà un ritardo che toccherà il quarto d'ora.
In ebollizione ci va anche la giovane maglia rosa, il 21enne messicano Isaac Del Toro, che salendo verso San Valentino, viene attaccato da Carapaz, che fa saltare il banco e paga 1'36. Lo attaccherà anche quattro volte Simon Yates, l'innominato di questo Giro: mai preso in considerazione il britannico, per il momento è secondo in classifica, a 26 dal messicano. Nella giornata degli italiani, all'appello manca solo Tiberi, che soffre e scivola indietro di una posizione: ora è 8° a 4'07.
È stata anche la tappa delle cadute, alcune spaventose. Di Roglic ritirato abbiamo detto (quarta caduta in questo Giro, ndr). Brutta la caduta del britannico Tarling, che finisce contro il guardrail. Momenti di terrore, invece, per la caduta di Alessio Martinelli.
Era in fuga e sfiora il guardrail in un momento in cui pioveva forte: evita l'impatto per un soffio e finisce nella scarpata. Portato in ospedale, sono state escluse fratture.Oggi 17a tappa, San Michele all'Adige-Bormio, 155 km e 3800 metri di dislivello. Ci sono da scalare il Passo del Tonale e il Mortirolo.