Roma - Nemmeno sei giri di lancetta per chiudere la pratica Livorno, che statistiche alla mano non perdeva all'Olimpico dalla stagione 2006/2007 (ma da allora c'erano state solo due sfide con la Roma). Anche con un mirato turnover, Rudi Garcia fa un sol boccone dei labronici, ai quali non bastano nè il sofferto cambio in panchina (il ritorno di Attilio Perotti, già tecnico di una promozione, indeciso fino all'ultimo se abbandonare la scrivania del club) nè gli stipendi pagati in anticipo dal patron Spinelli.
Disarmante la facilità con cui la Roma conquista i tre punti. E nell'allenamento con i toscani arriva ancora un risultato rotondo come quelli ottenuti con Catania e Genoa nelle ultime due uscite casalinghe, un 3-0 che sta addirittura stretto ai giallorossi che costruiscono occasioni gol a iosa e in alcune circostanze trovano di fronte i buoni riflessi di Bardi. La truppa di Garcia procede a vele spiegate anche senza il suo capitano in campo: Francesco Totti è infatti uno dei sacrificati eccellenti (giocherà solo gli ultimi 13 minuti), tenuto in caldo per la rivincita di Coppa con la Juventus. Ma dell'assenza del numero dieci non se ne accorge nessuno, merito di seconde linee (difficile definirle così) sicuramente all'altezza dei titolari - segnale confortante per Garcia che a breve avrà altri rinforzi (il primo sarà un suo pupillo, il difensore ex Lilla Bastos) -, di una squadra che gioca a memoria e fa anche un po' di accademia contro avversari che questa l'impressione - faranno fatica a salvarsi.La Roma non può non avere nella testa la partita di martedì, ma scende in campo con la giusta concentrazione, anche perché il Livorno si dimostra niente più che uno sparring partner. E quando Destro, in posizione regolare, sblocca il match dopo 337 secondi e sigla il suo quarto gol in sei partite (con una media di una rete ogni 73 minuti), la sensazione è che il verdetto sia già scritto. Strootman rimpingua il bottino con il suo quinto gol in stagione - a un passo dal suo record personale siglato con il Psv in Eredevisie, la serie A olandese -, Ljajic lo arrotonda nel finale dopo aver cercato ripetutamente il sigillo personale che gli mancava da quasi quattro mesi. Per lui è tra l'altro il primo gol da titolare. "Ora siamo pronti per la Juve, la reazione dopo il ko è stata immediata", così il serbo.
In totale 21 tiri a 4 (tutti fuori dallo specchio quelli del Livorno) e un possesso palla di 43 minuti a 18. Se poi si considera che De Sanctis ha fatto solo una parata in 180 minuti tra la partita con il Genoa e quella di ieri (nella quale è stato impegnato da una svirgolata di De Rossi), si capisce come la Roma continui a essere una delle difese più blindate d'Europa (ultima rete subita in casa 421 minuti fa da Vargas della Fiorentina ed eravamo nel 2013). Più di così la Roma non può fare: 47 punti in 20 partite è una media da scudetto o almeno da Champions (come ripete da tempo Garcia) e il +15 rispetto allo stesso momento del campionato scorso dimostra come il cammino sia davvero incredibile. Eppure la Juve resta ancora distante.
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