Lorenzo è finalmente magnifico E il Napoli sfata il tabù del Friuli

Insigne si sblocca con una doppietta dopo sette mesi di digiuno

Federico Malerba

Nella smorfia napoletana il numero 17 rappresenta la sfortuna, e fino a ieri era appiccicato addosso a Lorenzo Insigne: a secco da aprile, l'attaccante di Torre Annunziata non segnava esattamente da 17 partite. Per ironia della sorte l'ultima volta l'aveva fatto proprio contro Delneri, che all'epoca sedeva sulla panchina del Verona. Ieri Insigne non doveva giocare perché era debilitato dall'influenza, fino all'ultimo si pensava che Sarri gli avrebbe preferito Giaccherini. Sbagliato: il tecnico toscano non ha pensato troppo alla Champions (mercoledì al San Paolo arriva la Dinamo Kiev), si è affidato a quasi tutti i titolari e alla fine è riuscito a piegare l'Udinese proprio grazie alla resurrezione del suo folletto. Dopo un primo tempo soporifero, Insigne si è scatenato in avvio di ripresa. Un gol, una traversa, un'occasione divorata e poi di nuovo un altro gol: due calci al digiuno e alla sfortuna, il modo migliore per voltare pagina e risolvere una partita che stava diventando rognosa. Fin lì il Napoli aveva ruminato calcio a bassa intensità facendosi spaventare per due volte da Zapata, il centravanti che ancora è di sua proprietà e che a gennaio potrebbe rientrare alla base per tappare il buco aperto dall'infortunio di Milik. Poi, improvvisamente, un'azione da manuale che ha coinvolto tutto il tridente e che ha stappato il match: imbucata di Mertens per Callejon, cross radente dello spagnolo da destra e tap-in di Insigne, piazzato al posto giusto come un numero 9 purosangue. A quel punto il Napoli si è sciolto e per i dieci minuti successivi ha imperversato.

Come detto, Insigne è andato due volte a un passo dalla doppietta prima di metterla a segno al 57', quando si è avventato sul cross di Hysaj e - dopo aver portato via il pallone a uno stralunato Widmer - ha battuto Karnezis per la seconda volta. Se non è finita in goleada è merito del gol di Perica, appena entrato al posto di Matos, che con un'incornata sugli sviluppi di un calcio d'angolo ha rimesso in bilico il risultato. Ma va anche detto che nel finale il Napoli è andato vicino al terzo gol più di quanto non abbia rischiato di incassare il pareggio, quindi i tre punti sono pienamente meritati. La terza vittoria esterna - che poi è anche la più pregiata tra quelle ottenute finora - rilancia la squadra di Sarri dopo un periodo opaco in cui aveva raccolto appena 10 punti in 7 partite.

Ed è particolarmente significativa sia perché a Udine gli azzurri non vincevano da nove anni, sia perché dopo il cambio di allenatore i friulani avevano decisamente cambiato passo: ora il profumo di Champions si sente anche in campionato.

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