Ancelotti ct del Brasile spiegherà il calcio ai figli spaesati di Pelé

Per lui 7,5 milioni a stagione. Deve risollevare la Seleçao quarta nelle qualificazioni

Ancelotti ct del Brasile spiegherà il calcio ai figli spaesati di Pelé
00:00 00:00

Voi andreste a Rio de Janeiro per 7 milioni e mezzo di euro all'anno? Cacao meravigliao, Carlo Ancelotti accetta e parte per il Brasile, allenerà la nazionale pentacampeon, esordio il 6 giugno contro l'Ecuador e quindi, il 10, contro il Paraguay per le qualificazioni al mondiale del 2026 negli Usa, Canada e Messico. Non è la prima volta nella storia centenaria del fucibol che un allenatore straniero venga chiamato a guidare la squadra più magica al mondo, prima di lui toccò a Ramón Platero, uruguagio nel 1925, Joreca, portoghese nel 1944 e Filpo Núñez, argentino nel 1965. «Assumere Carlo Ancelotti per guidare il Brasile è qualcosa di più di una scelta strategica. È una dichiarazione al mondo che siamo determinati a recuperare il podio più alto del calcio. Lui è il tecnico più grande della storia per titoli conquistati e ora allenerà la nazionale più forte del pianeta. Insieme, scriveremo nuovi capitoli gloriosi del calcio brasiliano», parole di Ednaldo Rodrigues, presidente della CBF, la federcalcio brasiliana. Carlo scoprirà la bubbaloo, sarebbe la gomma da masticare made in Brasile, per lui dosi da carnevale di Rio, ritroverà dipendenti e conoscenze varie Vinicius junior, Endrick, Militao, Rodrigo, Raphinha, Ederson, Alex Sandro, Casemiro, Marquinos ma questo è dettaglio a parte, il viaggio è fascinoso, un italiano a spiegare ed insegnare il calcio nella scuola di Pelé, ha il sapore di una beffa e, al tempo stesso, è orgoglio totale, come era già avvenuto con Fabio Capello alla guida della nazionale d'Inghilterra.

Da Reggiolo a Rio, la storia di Ancelotti è un romanzo ancora da scrivere, storia di un uomo che mai ha cambiato il suo modo di vivere, mai si è adagiato nella gloria e nei denari, seppure copiosi, mai ha versato veleno contro avversari che, invece, allenatori e calciatori, su e contro di lui hanno usato parole acide: fortuna, incompetenza, raccomandazione, sostantivi figli della gelosia e dell'ignoranza che sono scivolati sul corpo del tecnico come acqua sulle piume dell'oca, c'è un proverbio brasiliano che può esserne la didascalia Non gridare la tua felicità a voce alta, perché l'invidia ha il sonno leggero. Ancelotti lascia il Real Madrid senza orejas y ovaciones, la sua uscita non è abbagliante, ora è il Barcellona il re della Liga ma Carlo non lascia scorie e polemiche, come era accaduto dovunque egli abbia portato la sua esperienza, il suo lavoro, la sua normalità eccezionale; il suo record con le merengues è storico, 15 titoli, tre champions league, tre supercoppe europee, una intercontinentale, due mondiali per club, due campionati spagnoli, due supercoppe di Spagna e una coppa del re.

La novela brasiliana è incominciata nel 2023, a Rio non avevano digerito il mondiale vinto dai nemici di Buenos Aires in Qatar e soprattutto la vergogna del Mineirazo, la sconfitta per 7 a 1 contro la Germania a Belo Horizonte l'8 luglio del 2014, nelle semifinali del mondiale. L'attuale critica situazione nelle qualificazioni al mondiale ha portato alla decisione: il Brasile è quarto in classifica, staccato di 10 punti dalla capolista Argentina dalla quale è stato battuto due volte, l'ultima per 4 a 1, la squadra ha ottenuto 6 vittorie, 5 sconfitte e 3 pareggi, ha la peggiore difesa, Dorival Junior ha abbandonato la panchina dopo la batosta contro i campioni del mondo, Ancelotti è in contatto con Rodrigo Caetano e Juan, responsabili organizzativi della Seleçao, per comporre la lista dei convocati entro il 26 maggio ma dovrà aspettare l'ultimo impegno della Liga contro il Celta prima di lasciare Madrid. Il Real gli ha concesso l'uscita in cambio di una amichevole contro il Brasile, una sfida storica tra le due entità mondiali del football. Oggi, in conferenza stampa, Carlo Ancelotti illustrerà il proprio futuro, lucidando un passato unico, irripetibile. La missione in Brasile è affascinante ma rischiosa, il premio di 5 milioni di euro in caso di trionfo mondiale, è un'ipotesi lontana, la realtà del calcio brasiliano è opaca, la nuova generazione corre in fretta verso i fantamilioni europei ma non registra un fuoriclasse che faccia sognare come Ronaldo e Ronaldinho, Rivaldo e Roberto Carlos, Romario e Cafù. Incomincia il nuovo viaggio.

Il bambino che giocava a pallone in via Vallicella, il ragazzo che leggeva capitan Miki e il grande Blek, il figlio del Peppino di Reggiolo, l'Indiana Jones alla ricerca della pietra verde oro è, in fondo, un brasiliano clandestino che ama la leggerezza del football, non ha bisogno del passaporto per sbarcare nella reggia del football, la sabbia è bianca, il sole è caldo, il pallone è un giocattolo prezioso. Obrigado, Carlo.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica