D ev'essere l'ultima moda tra gli allenatori, visto che persino Zinedine Zidane non ci ha messo più di tanto a scaricare niente meno che Gareth Bale con un laconico e pesantissimo «spero che vada via il prima possibile». Scelte tecniche, incompatibilità, antipatie personali? Il risultato è che a volte sono proprio gli allenatori a svalutare i patrimoni dei club con prese di posizione da plenipotenziari. Magari anche un po' presuntuosi. D'altra parte il (cattivo?) maestro è stato come sempre José Mourinho che ha fatto fuori fior di giocatori senza guardare in faccia né a loro né alla società, basti citare la decisione di mettere alla porta (o meglio fuori dalla porta) un monumento come Casillas al Real, oppure Schweinsteiger allo United senza troppi complimenti. Ma i maestri della svalutazione dei giocatori adesso sembrano gli interisti. Nel giro di qualche mese sono riusciti a rottamare i gioielli dell'ultima stagione, con quali conseguenze sui prezzi di vendita (o svendita) è facile immaginarlo. Ad aprire le danze è stato Luciano Spalletti dando il via al tormentone più stucchevole dell'anno con Mauro Icardi, prima degradato, poi messo da parte, infine relegato al rango di separato in casa. Risultato: è ancora lì, tra color che son sospesi. Ma, dopo che anche Spalletti ha in un certo senso pagato la querelle con l'argentino, l'Inter ha cambiato tecnico ma non abitudini, visto che Antonio Conte ha già fatto fuori Radja Nainggolan e adesso Ivan Perisic. E, passi per il belga appesantito dagli infortuni e anche da comportamenti discutibili, ma la cacciata di Perisic ha fatto storcere il naso a molti tifosi nerazzurri (se non al club), visto che il croato (perno della nazionale vicecampione del mondo, non dimentichiamolo) è sempre stato considerato a San Siro un punto di forza, quasi una bandiera in tempi di tante banderuole. Eppure Conte l'ha liquidato dicendo che «non è adatto a fare il ruolo che gli chiedo». Evidentemente, per rinunciare così a un giocatore di questo livello, senza nemmeno necessità di fare cassa, l'ex ct deve essere certo di poter allestire una super squadra.
E comunque non può certo iscriversi tra i maestri della panchina che creano un gioco in base ai calciatori che gli mettono a disposizione. Già, cose da provinciali. Gli chef del calcio hanno bisogno di ingredienti precisi e preziosi. Vedremo che Inter cucinerà.
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