Roma - Una storia lunga 23 anni che domenica, in un inedito mezzogiorno, dovrebbe conoscere la parola fine. Francesco Totti e il derby, una magia di gol (11, miglior cannoniere della stracittadina) ed esultanze. Il capitano ne ha giocati 43, considerando anche quelli di Coppa Italia (7, nei quali non ha mai segnato), oltre a uno non ufficiale.
«Cos'è per me questa partita? Una gara diversa da tutte le altre, la Lazio è una squadra che provi sempre a distruggere sul terreno di gioco ma con il massimo rispetto. Per la città, per la curva, per i tifosi provi sempre a dare il 101%, è una partita che vorresti sempre vincere», le parole di Totti che l'atmosfera da stracittadina la vive da quel 6 maggio 1994, quando Carletto Mazzone diede fiducia al promettente 17enne. Il primo gol arrivò nel novembre 1998, il secondo cinque mesi più tardi festeggiato con il provocatorio «vi ho purgato ancora» stampato sul sottomaglia. E poi l'inquadratura della Sud con la telecamera nel 2004, la simulazione di un parto un anno e mezzo dopo, il selfie con il cuore del tifo giallorosso sullo sfondo nel 2015.
Ma il romano e romanista Francesco, qualche volta, è andato fuori giri: il 18 aprile 2010 Ranieri lo tolse dalla mischia all'intervallo insieme a De Rossi perchè la sua trance agonistica si stava rivelando controproducente, il 25 maggio 2015 alla penultima di campionato e in una delicata sfida per il secondo posto, Garcia lo sostituì dopo un'ora e una prestazione opaca, ma quel giorno sfoderò una t-shirt con un «Game Over» a sancire il mancato sorpasso in classifica dei «cugini». «Quando ero piccolo, avevo il sogno di indossare l'unica maglia che ho amato. Il mio trofeo è aver trascorso tutta la carriera a Roma, essere il Capitano significa incarnare il sogno di tanti bambini», così Totti in un'intervista al quotidiano spagnolo Marca.
Per l'ultima recita nel proscenio giallorosso (Spalletti permettendo: quest'anno gli ha concesso 6 apparizioni da titolare e 820 minuti in totale, di cui appena 12 nei tre derby della stagione) tifosi e sponsor si stanno mobilitando. La Sud sarà piena, la Nike ha approntato degli scarpini personalizzati in edizione limitata (2.500 pezzi) che raccoglie tutti i valori del capitano - la famiglia, la squadra e la città eterna - con la scritta Totti X Roma in oro dove la X ha il doppio significato di «per» e dieci in numero romano. Con tanto di linguetta esterna che è diventata un «compagno di viaggio» per Francesco, fedele alla stessa marca di scarpini: «Non ho rituali o scaramanzie, tranne quelli classici da conservare dentro il cuore».
Il numero 10 vorrebbe spingere ancora più in là l'addio al calcio giocato, ma l'ottavo re di Roma sta per abdicare, nella stagione del commiato il ruolo di Totti è stato in bilico tra attore non protagonista e comparsa. Ecco che all'Olimpico i supporter della «Maggica» vorrebbero salutare il suo ultimo derby con lui in campo. E se i fan giallorossi preparano i fazzoletti, l'allenatore pensa alla posta in palio. Così potrebbe verificarsi l'ennesima disputa tra il tecnico di Certaldo e l'attaccante. Totti vorrebbe giocare, Spalletti ha sostituito Dzeko a Pescara (tra gli insulti del bosniaco) proprio per averlo più fresco domenica. All'andata il capitano rimase in panchina, nelle due sfide di coppa Italia è stato in campo talmente poco da non poter lasciare il suo sigillo. Ergo, se andrà bene, giocherà solo uno scampolo di derby. Giusto per la standing ovation.
«Il ricordo più bello di un derby? È legato a quello del 5-1», dice Totti.
In quell'occasione, era il 10 marzo del 2002, beffò Peruzzi con uno splendido pallonetto con la maglietta «6 unica» svelò al mondo il suo amore per Ilary Blasi, poi diventata sua moglie e madre dei tre figli Cristian, Chanel e Isabel. «Il prossimo me lo immagino come gli altri, per com'è andato a finire l'ultimo vogliamo prenderci la rivincita». Il modo migliore per chiudere la sua storia di sfide alla Lazio.
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