L'uomo dei due mondi

Domani giorno verità per Juve e Inter legate oltre che dalla sfida al vertice, dai bilanci in rosso, da Marotta che ieri ha rinnovato coi nerazzurri fino al 2027 e dall’ex Conte uscito a sorpresa: «Risposarsi si può». E Allegri ringrazia

L'uomo dei due mondi
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Milano - Domani sera, finalmente la partita. Intanto, il derby dei bilanci è una sfida a perdere, anche se all'Inter piace comunicare che ha aumentato i ricavi e alla Juventus che ha diminuito i costi. Resta che il club nerazzurro ha chiuso con 85 milioni di passivo (un anno fa erano 140, l'anno prima addirittura 245), quello bianconero con un rosso 123 milioni (un anno fa, 238). Zhang pesca dal prestito di Oaktree (340 milioni, interessi compresi, da rendere il prossimo maggio), John Elkann dalle casse di Exor, che dovrà provvedere in quota parte a 128 milioni dei 200 previsti dal terzo aumento di capitale in 4 anni, 900 milioni complessivi. E l'anno prossimo, dopo una stagione senza coppe, andrà peggio. Zhang approfitta del cda nerazzurro, cui partecipa rigorosamente in videoconferenza dalla Cina (manca dall'Italia dalla fine della scorsa stagione) per annunciare abbastanza a sorpresa il rinnovo del contratto di Marotta fino al 2027. Aveva un accordo fino al 30 giugno 2025 e il primo rinnovo (febbraio 2022) lo firmò a 4 mesi dalla scadenza. Non c'era quindi nessuna necessità operativa per questa sigla anticipata, ma è ovviamente un segnale, anche politico, molto importante. Marotta pensava alla federazione, evidentemente avrà cambiato idea.

Non di contratto, ma di matrimonio, parla invece Antonio Conte, uno che Juventus-Inter la conosce come pochi, per averla vissuta da 3 dei 4 angoli possibili del ring. Per il quarto è tardi, ma la storia potrebbe non essere finita. «I matrimoni si fanno in due, puoi sempre sognare e sperare di sposarti un'altra volta», spiega ritirando un premio dell'Università del Salento, la sua terra. «L'importante è che ci sia condivisione di pensiero». Allegri incassa e ringrazia. I tifosi probabilmente sperano. La partita, finalmente. Le nazionali hanno diluito la vigilia, non il senso della sfida. Semmai l'attesa consente alla Juventus di recuperare Miretti e forse addirittura Locatelli, che hanno saltato l'azzurro, ma che se si fosse giocato domenica scorsa non ci sarebbero stati. Vlahovic probabilmente andrà di nuovo in panchina, eppure è una di quelle voci che pesa enormemente sul bilancio della Juve, circa 35 milioni a stagione fra quota ammortamento e super stipendio. Il serbo (finora 4 gol) non segna dal 16 settembre, che non è un gran risultato, ma al suo posto gioca quasi sempre, e forse anche domani, Moise Kean, che l'ultimo gol in bianconero l'ha fatto addirittura il 1° aprile, una vita fa. Intoccabile, e ci mancherebbe, Chiesa. Pronto in panchina, Milik.

Squadra fatta anche per Inzaghi, che ha due assenze importanti in difesa (Pavard e Bastoni), ma abbondanza in tutti i reparti.

Giocherà la squadra migliore possibile, con Darmian e De Vrij sostituti scontati dei due assenti. Stadio esaurito da tempo, la Juventus non diverte, ma fa tanti punti e ha riconquistato i suoi tifosi. Domani sera, il crash test vale soprattutto per lei.

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