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Mai visto un Tevez con questi numeri: 10 in tutto

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È il giocatore della Juventus che ha risentito meno dell'avvicendamento in panchina tra Antonio Conte e Massimiliano Allegri. Anzi, sembra averne addirittura giovato. Carlitos Tevez è l'uomo copertina dello splendido avvio di stagione bianconera, l'attaccante in grado di fare la differenza e di concretizzare il persistente dominio territoriale della squadra campione d'Italia in carica. Ha già colpito due volte in campionato e due volte in Champions League con il Malmoe, neutralizzando una sterilità nella massima competizione europea per club che durava da cinque anni. Ha anche deciso il primo big match stagionale con il Milan a San Siro. Allegri si affiderà ancora una volta all'Apache per scardinare la difesa del Cesena e conquistare la quarta vittoria consecutiva in campionato, la quinta in stagione.

Numeri alla mano, Tevez non aveva mai cominciato un'annata in modo così prorompente: quattro reti in 350 minuti disputati, uno ogni 88 di media, protagonista con assist per Marchisio contro l'Udinese e assist per Caceres (poi autogol di Bardi) contro il Chievo, nelle altre due reti bianconere in campionato. La media realizzativa con la Juventus (0,48 con 25 reti in 52 presenze ufficiali) è migliore di quella tenuta dall'argentino in carriera con Boca Juniors (0,35), West Ham (0,24), Manchester United (0,34) e City (0,47). Solo al Corinthians (0,60) aveva segnato con più frequenza. A onor del vero, anche con Conte alla guida tecnica, il numero 10 della Juve aveva siglato due reti nelle prime tre di A, dimostrando subito confidenza con il nostro torneo (19 gol a fine stagione), ma in Champions era rimasto all'asciutto, pur giocando 90 minuti a Copenaghen. Quest'anno invece l'argentino sembra una macchina da guerra che non si cura nemmeno più dell'ennesima mancata convocazione in Nazionale (Martino lo ha escluso ancora dall'Argentina, chiamando invece il suo compagno Pereyra).

Tevez con Allegri può svariare maggiormente, si sente più libero, svincolato dalla rigidità impostagli dagli schemi di Conte e ha ormai compreso alla perfezione il sistema bianconero. L'allenatore toscano lo ha coccolato, lo ha reso leader e gli ha affidato le chiavi della squadra, ben conscio che con un 10 così la Juventus non si deve porre nessun limite.

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