Il giugno della ripartenza azzurra era stato sofferto con qualche sberlone di troppo. La ripresa di settembre è stata confortante per lo spirito di squadra espresso da tutto il gruppo contro gli inglesi. Si deve a questa prova vincente se stasera potremo dare a questa restaurazione azzurra un senso compiuto, provando a prenderci la seconda final four in Nations League. Con la certezza, intanto, di essere testa di serie nel sorteggio verso Euro 2024.
Ventisette i giocatori (quasi tutti hanno votato) a disposizione di Mancini che accantona con stile il caso Immobile («troppo rischioso farlo giocare, abbiamo provato e lui è stato bravissimo a stare con noi, era molto dispiaciuto»), sottolinea che «i giocatori dovrebbero amare di più la Nazionale» - ma non si riferiva al laziale - e pensa alla tappa di Budapest dove non vinciamo dal 1996 («voglio un'Italia più aggressiva e più veloce e che giochi con la massima tranquillità»), l'ultima ufficiale dell'anno prima delle amichevoli con Albania e Austria e lo spiacevole ruolo di spettatori del Mondiale. La squadra vista a San Siro con il nuovo modulo è piaciuta, prendendosi con merito i tre punti. Alla Puskas Arena, con una temperatura di appena dieci gradi e forse la pioggia, servirà un bis. Contro l'amico Marco Rossi, Mancini farà qualche cambio. Probabilmente uno per reparto, senza stravolgere il modo di giocare («ma non è una questione di moduli, bensì di atteggiamento», sottolinea il ct) e ripensando al felice precedente di Cesena con l'unica sconfitta (2-1) incassata dagli ungheresi in Nations.
Allora fu 4-3-3 ma il ct aveva in squadra un «guastatore» come Pellegrini e un esterno in attacco in più come Politano. E visto che Scamacca non ha ancora convinto a pieno Mancini («è un ragazzo giovane, ha delle qualità importanti, deve forse trovare qualcosa che gli faccia scattare quella molla e deve cambiare qualcosa, l'esperienza inglese può aiutarlo») ecco che si candida al suo posto lo Gnonto - visto sempre fin qui nella competizione, anche partendo dalla panchina - che stupì contro i magiari spaccando di fatto la gara. Raspadori, dopo i quattro gol in nazionale in 14 gare (anzi in 641 minuti, solo Barella ha tenuto il passo di Jack dal giugno 2021, quando esordì nell'amichevole contro la Repubblica Ceca), non è in dubbio. In venti giorni si è preso il Napoli, con le reti allo Spezia e ai Rangers all'esordio in Champions, e la Nazionale con il centro decisivo con l'Inghilterra.
Il quadro tattico potrebbe vedere i due cambiare spesso posizione, aprire gli spazi, venire incontro ai centrocampisti per far allungare l'avversario e soprattutto non dare punti di riferimento per rendere il nostro gioco più imprevedibile, proprio come avvenne per lunghi tratti a Cesena nel giugno scorso.
Le altre novità potrebbero essere Bastoni per Acerbi in difesa, Pobega (favorito) o Frattesi per Barella a centrocampo dove anche Dimarco - uscito affaticato dalla sfida di venerdì a Milano - rischia di lasciare il posto ad Emerson. «Abbiamo 50 per cento di possibilità, giocare in Ungheria non è semplice, quando avremo le occasioni dovremo sfruttarle e poi dovremo difendere bene», la chiosa di Mancini.
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