Mancini formica, ma Garcia non è più cicala

A leggere i numeri, che sono poi la bussola per orientarsi nelle ore che precedono la sfida di San Siro, Inter-Roma si può riassumere e spiegare così: il miglior attacco (di Garcia) contro la miglior difesa (di Mancini) del campionato. E già questo dato, squisitamente tecnico e per niente casuale poiché rispecchia la costruzione delle due armate durante l'ultima sessione di mercato, è sufficiente per accendere le prime luci della ribalta. Il secondo spunto è meramente statistico: i neroazzurri hanno ripreso a viaggiare a pieno ritmo nel corso del recente viaggio a Bologna, i romanisti sono reduci da una striscia esaltante di cinque successi consecutivi che hanno dato spessore al primato in classifica e trasmesso convinzione a Trigoria in curioso contrasto con lo scetticismo del pubblico di fede giallorossa. Ha più smalto Garcia, insomma, rispetto a Mancini alle prese con un faticoso allestimento.

Forse è anche il caso di segnalare qualche novità rimasta sotto traccia. La nuova Roma ha cambiato pelle in questo torneo: non è più la cicala di un tempo, innamorata del proprio stile e del palleggio elegante, ma è diventata esperta (se hai Gervinho, Falque, Florenzi e Iturbe non può che essere così) nel colpire in contropiede com'è capitato, in modo plastico, a Firenze dove addirittura la freccia ivoriana ha sfruttato un rilancio da calcio d'angolo viola per apparecchiare il 2 a 0. Perciò Mancini dev'essere abile nell'evitare che i suoi finiscano dentro la rete del centrocampo romanista scoprendo le spalle.

A far discutere sono rimasti Icardi e Dzeko, con annotazioni tecniche molto simili tra di loro.

Uno, il bosniaco di Roma, sembra quasi un corpo estraneo in questa squadra veloce e velenosa, l'altro, l'argentino di Appiano Gentile, lamenta, con qualche ragione, lo scarso rifornimento rispetto alla media esaltante della passata stagione. Dzeko è appena arrivato, deve abituarsi ai meccanismi di gioco, Icardi è alle prese con un gruppo completamente diverso rispetto a qualche mese fa. Il tempo è il loro alleato, ma non ce n'è molto da perdere.

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