Maradona non ha mai dimenticato Napoli e il Napoli. E tornerebbe molto volentieri all'ombra del Vesuvio, magari per allenare gli azzurri. La squadra che ha portato al trionfo, ben due volte, nel campionato italiano e che ha fatto vincere in Europa (Coppa Uefa). "La panchina del Napoli? È un bellissimo sogno. E il tempo risponderà", ha detto l'ex Pibe de oro in un’intervista a L’Espresso in edicola domani. Maradona, che ora allena l’As Wasl in Dubai, dice che la squadra partenopea è l’unica che potrebbe guidare in Italia perché "nel mio cuore c’è l’azzurro del Napoli. E il Napoli vinceva e, ancora oggi, batte la Juve. E poi i tifosi napoletani sono una forza della natura".
Europei? L'Italia può andare forte
Guardando agli Europei di calcio Maradona ammette che "la Spagna gioca forte e l’Italia parte sfavorita. Ma quando è ferita come nel ’90, l’Italia poi può vincere... il calcio è sempre una sorpresa ed è per questo che è bello". Gli azzurri ora faranno gli scongiuri, ma è difficile dare torto a Diego Armando specie quando sottolinea che nel calcio le sorprese sono sempre dietro l'angolo.
Il suo idolo? Messi
Maradona si sofferma anche su Messi, uno (forse l'unico) dei campioni che sente molto vicino a sé: "Io e lui abbiamo anche la M in comune, ma quelli di oggi sono altri tempi e quelle in campo altre squadre - continua -. Oggi si gioca un altro calcio: io giocavo anche solo contro tutti e ho fatto vincere il Mondiale all’Argentina. Pelè? A Napoli una delle canzoni più cantate ricordo
Non sono un evasore
Inevitabile un passaggio sulla vicenda che lo ha toccato da vicino, quello dell'evasione fiscale e del contenzioso con l'Agenzia delle Entrate. Maradona continua a professarsi innocente: "Tutte le sentenze dal 1992 dimostrano che non ho mai evaso un euro, eppure sono stato umiliato in tutto il mondo. Solo perché mi chiamo Maradona e perché, evidentemente, mi considerano un po' napoletano". "Io ero solo un dipendente di Ferlaino e della società sportiva Calcio Napoli - si difende l’ex Pibe de Oro - se il mio presidente, come dice anche la giustizia italiana, ha sempre pagato bene le tasse per i giocatori e non ha mai imbrogliato, come potrei averlo fatto io da solo che all’epoca avevo appena 25 anni? Questo dicono tutte le sentenze".
Calcio inquinato dalle scommesse
Maradona confessa di essere rimasto scioccato dallo scandalo delle scommesse legato al pallone: "Nei miei anni c’era un altro calcio. Si giocava con i piedi e la testa, collegati al cuore. Si rideva, si esultava e si piangeva. Ora troppi giocano con le carte e con il denaro, inquinando lo sport". "Io giocavo col cuore e pensando a Dio, ma ora spetta ai dirigenti controllare - aggiunge -.
Ai miei tempi c’era solo il Totocalcio, oggi invece ci sono troppi giochi e scommesse di tutti i tipi. Quanta confusione. Ci sono tanti campioni, bisogna far rispettare le regole e liberare il calcio da altri interessi".
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