Nostro inviato a Rio de Janeiro
Si chiama la «Caravana del Messi-as». È guidata da Maximiliano Fernandez che, con altri otto amici e parenti, è partito in camper da Mendoza, interno dell'Argentina, non lontano dal confine con il Cile. Per arrivare a Rio de Janeiro fanno 3.400 chilometri per vedere, domenica sera, l'esordio degli albiceleste contro la Bosnia. Ieri sono ripartiti per Belo Horizonte, una passeggiata, 450 chilometri verso il nord, dove oggi l'Argentina torna in campo contro l'Iran. E se manterranno il proposito di vederle tutte, già domani si devono rimettere in strada perché Porto Alegre, dove si gioca con la Nigeria, è quasi in Uruguay. Fanno altri 1.700 chilometri. Il vantaggio, ha raccontato Fernandez, è che guidano tutti e nove, quindi il camper non si ferma mai. Naturalmente allo stadio non ci vanno: i biglietti non si trovano e costano. Magari qualcuno ne salterà fuori, ma non è fondamentale. L'idea è che non ci fosse miglior sostegno per Messi che quello di essere seguito sempre e dovunque da una marea di tifosi. Solo dentro al Maracanà, domenica, ne sono stati calcolati 40mila. In tutto si dice siano circa 100mila gli argentini itineranti per il Brasile già da una decina di giorni. Con camper, roulotte, auto. Viaggi on the road sulle grandi arterie sudamericane, come quello di Andrea Foresti, partito da Cordoba quattro giorni fa per accamparsi ieri a Copacabana.
È questa una delle peculiarità della Coppa brasiliana: l'esodo di massa per le strade del continente sudamericano dei popoli di lingua «castigliana» verso l'unico grande Paese dove si parla portoghese. Dopo gli argentini ci sono i cileni, seguiti dagli uruguagi. Per colombiani ed ecuadoriani, che stanno oltre la foresta amazzonica, arrivare qui con le quattro ruote è un po' più complicato. Comunque, dei 3 milioni di biglietti messi in vendita dalla Fifa, posto che ai padroni di casa ne sono andati 1,8, e agli altri sudamericani 5-600mila, per i «forestieri» di diversi continenti ne sono rimasti ben pochi.
In fondo alla spiaggia di Copacabanca, nel quartiere Leme, se ne ha una prova pratica: la fine dell'Avenida Atlantica si è trasformata in un vero e proprio campeggio di camper e roulotte in riva al mare. È nata una cittadella argentina. Con una periferia cilena. L'altro ieri la situazione è diventata un caso perché i biancocelesti hanno ormai bloccato le strade di accesso al Leme, come fosse un enorme posteggio-campeggio. Naturalmente tutto vietato. È dovuta intervenire sia la polizia municipale, che ha multato 244 veicoli, sia quella militare. Un'ottantina di veicoli sono stati rimossi. Ma il bello è che i posteggiatori locali erano nel frattempo riusciti a farsi pagare lo stesso. Un tifoso argentino si è lamentato perché aveva accettato di pagare 200 reais (circa 65 euro) per 5 giorni di posteggio, ma è stato lo stesso multato. Cose che capitano. Anche perché la soddisfazione di una piccola truffa carioca, se è ai danni di un argentino vale doppio.
D'altra parte questa è la Coppa delle Americhe. Del Sud, del meridione del Mondo. Oggi l'Argentina, che di tutte le nazionali latine è quella più temuta dai brasiliani, è attesa proprio per una verifica. Anche se l'avversario Iran non è granché. Ma se dovesse superarla e convincere, specie ora che introno al Brasile sono nate paure e perplessità, chissà quanti nuove carovane partiranno, già da domani, da Buenos Aires.
Ma poi ci sono anche il Cile che ha fatto fuori addirittura i conquistatori spagnoli; l'Uruguay che ha ferito quasi a morte quelli inglesi; la Colombia già qualificata; mentre il Portogallo colonizzatore della terra di casa è già in grosse ambasce. Se un mondiale assume da sempre significati che vanno al di là di quelli sportivi, questo di Brasile 2014 ha già il sapore della grande festa del nuovo Mondo. Anche se poi, a far festa, sarà uno solo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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