La fortuna aiuta gli audaci. Le Olimpiadi invece no e così, dopo le gare di snowboard di ieri, l'armata azzurra in Russia ha eguagliato il numero delle medaglie dei metalli più preziosi con il piatto più amaro su cui si pesano i legni, quei quarti posti che, secondo la dura legge a cinque cerchi, nel palmares non contano. Tu chiamalo, se vuoi, il rovescio della medaglia. Perché l'Italia ieri la medaglia giusta l'ha sfiorata altre tre volte, oltre che con Stefano Gross, con Corinna Boccaccini, 29 anni, e Aaron March, 28 anni, nello slalom parallelo dello snowboard. Sono loro gli ultimi della lista, dopo la prova a squadre di pattinaggio, Karin Oberhofer nella sprint del biathlon, Alessandro Pittin nella combinata nordica, Nadia Fanchini nel gigante e Daniela Merighetti nella discesa.
Corinna e Aaron non hanno nemmeno provato a prenderla con filosofia. Lui deragliato fuori traccia nella finalina per il terzo posto, giunto al traguardo, si è accasciato sui gonfiabili: «Mi dicono che un quarto posto è meglio di un quinto, però adesso ragazzi, come brucia!». Anche Corinna sillabava parole per non cedere ai singhiozzi: «Capisco che questa è stata la mia più bella gara in carriera, ma questo legno è durissimo da digerire», ha spiegato la friulana bloccata a 13 centesimi dal sogno. Così come Alessandro Pittin, già storico bronzo e prima medaglia azzurra nella combinata nordica a Vancouver, è arrivato ancora vicinissimo ai vertici: «Ce l'ho messa tutta, ma alla fine oltre al terzo posto, non conta davvero nulla», ha chiuso amaro il 24enne friulano.
Nello sci alpino Daniela Merighetti e Nadia Fanchini hanno fermato la loro corsa sotto il podio. Daniela ha saltato l'ultimo training («e se avessi provato ancora una volta la pista, avrei sciato meglio in finale») finendo a 17 centesimi dalla storia. Solo 11 centesimi hanno invece beffato Nadia Fanchini.
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