Sochi 2014

Meglio di Vancouver. Il filo di Arianna porta l'Italia a 6 medaglie

Fontana, Peretti, Valcepina e Viviani bronzo nella staffetta short track. Sono state ripescate dopo la squalifica delle cinesi. Oro coreano

Da sinistra, Lucia Peretti, Martina Valcepina, Arianna Fontana ed Elena Viviani
Da sinistra, Lucia Peretti, Martina Valcepina, Arianna Fontana ed Elena Viviani

Ed ora sarà difficile non accontentarla. Arianna Fontana ha vinto, dopo 500 e 1500 metri, la terza medaglia ai Giochi di Sochi, trascinando sul terzo gradino del podio anche l'intera staffetta dei 3mila metri made in Valtellina, allargata a Lucia Peretti, Martina Valcepina ed Elena Viviani. Dietro a Corea e Canada, e grazie alla squalifica della Cina, che aveva organizzato la solita carambola di intralci, l'Italia viene riaccompagnata sul podio, centesima medaglia ai Giochi d'inverno. Con gli straordinari di Arianna, in riva al Mar Nero, il bottino italiano in Russia supera quello di Vancouver, pur mancando ancora l'acuto color oro. E lei, l'Arianna da Polaggia, con cinque medaglie olimpiche in tre edizioni, si laurea fra le signore azzurre più medagliate di sempre, dietro a Stefania Belmondo e Manuela Di Centa, ma davanti a Isolde Kostner e Deborah Compagnoni. E siccome non è ancora finita, perché venerdì Arianna sarà di nuovo in pista nella finale dei mille metri, travet della gloria e delle medaglia, per provare a fare poker di sigilli a cinque cerchi, questa volta è lei ad avere il coltello dalla parte del manico, o meglio della lama, per affondare il suo obiettivo nelle legittime aspirazioni di una campionessa.

Sì perché Arianna dopo i Giochi ha, prima un matrimonio da organizzare con il suo Lobello, compagno di lame e vita, ma poi anche un futuro cui pensare. E Arianna, come il suo nome da mito ricorda ad ogni passo, non è di quelle che amano spezzare i legami. Già, certi fili non si spezzano e lei, per continuare a vincere e far vincere l'Italia, ha posto una solo condizione, un regalino di nozze cui ora sarà davvero difficile dire di no. Dietro a tante medaglie ci son sempre grandi tecnici e lei era arrivata a minacciare il ritiro in caso di mancato rinnovo per i coach canadesi Kenan Gouadec ed Eric Bedard, che hanno guidato la squadra azzurra a questi successi. Il messaggio è arrivato chiaro sia al presidente del Coni Giovanni Malagò sia a quello della Federghiaccio Giancarlo Bolognini che si sono affrettati ad assicurare una tavola rotonda a fine stagione per trovare il modo di offrire le giuste condizioni economiche ai tecnici per restare nel Belpaese.

Insomma il filo di Arianna è legato alla fuga di lame e cervelli da sventare. Lei, che ha lasciato la Valtellina per allenarsi a Courmayeur con i suoi guru, non accetta condizioni intermedie. E lo ha fatto capire con i risultati: «Sono contenta di condividere questa medaglia con le ragazze: eravamo partite bene, volevamo giocarcela fino alla fine. Non abbiamo mai mollato anche se dopo la caduta mi ero sentita perduta», ha spiegato la Fontana. Poi la squalifica della Cina ha rimesso le cose a posto. Il destino a volte dà una mano, ma Arianna sa che ad ogni curva il filo può spezzarsi. E allora, come si dice sempre nello sport, squadra che vince non si cambia.

Speriamo che tre medaglie bastino e che nella lista nozze Arianna si ritrovi quel regalino che vuol dire futuro e serenità.

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