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Merlier e una volata nel nome di Weylandt tra le frecce tricolori

Dopo 11 anni regala una vittoria al Giro al Belgio: l'ultimo fu lo sfortunato connazionale...

Merlier e una volata nel nome di Weylandt tra le frecce tricolori

Il ciclismo è fatto di memoria e gesti semplici e ieri il ricordo è stato protagonista. In questo Giro portato a spasso da Filippo Ganna sempre più in rosa (3 di abbuono per lui, ndr), vince un 28enne belga, Tim Merlier, il quale regala al suo Paese un successo allo sprint che al Giro mancava dal 2010: l'ultimo a riuscirci era stato il compianto Wouter Weylandt, ricordato proprio ieri mattina al via da Stupinigi, nel decennale della tragica scomparsa sulle strade della corsa rosa, in una tappa in Liguria. Visto che siamo in vena di ricordi, Tim Merlier ci rammenta che nel precedente arrivo a Novara aveva vinto sempre un belga. Bisogna risalire infatti al 1968, quando un certo Eddy Merckx si impose nella prima tappa, aprendo di fatto una storia che è diventa leggenda, ricca di ben cinque Giri d'Italia.

In questo Giro di ricordi, il velocista belga non dimentica come si fanno le volate, nonostante nella nostra corsa sia un novizio. Parte lungo e con una volata di rara potenza, si lascia alle spalle l'Italia più bella: primo sprint e prima vittoria. «Al Giro sono un esordiente, e questa è anche la mia prima vittoria in un Grande Giro - ha commentato il belga che viene dal cross, fidanzato con Cameron Vandenbroucke, figlia del campione scomparso, ciclista pure lei -. Sicuramente non me la scorderò e sono orgoglioso di questo successo. La squadra ha fatto un grandissimo lavoro negli ultimi chilometri siamo stati bravissimi. Questa è stata una vittoria di tutto il team».

Dietro di lui, le frecce tricolori: Giacomo Nizzolo, al suo decimo secondo posto di tappa, ma ancora a digiuno di vittorie al Giro, ed Elia Viviani, che al pari di Fernando Gaviria, è stato ostacolato e rallentato da una manovra folle ad opera di Molano (compagno di squadra del velocista colombiano). Alle loro spalle si rivede Groenewegen, che ha appena terminato di scontare la squalifica di nove mesi per aver fatto rovinosamente cadere Jakobsen, finito contro i cartelloni pubblicitari al Giro di Polonia di un anno fa.

A proposito di cartelloni: nessun corso e ricorso, ma quelli italiani hanno tenuto e protetto i corridori come si conviene. Gaviria finisce per tamponare il compagno di squadra Molano piuttosto distratto e il velocista colombiano, per non cadere, finisce contro le protezioni che fanno quello che dovrebbero fare in queste situazioni: reggere l'impatto. Esattamente quello che non è accaduto al Giro di Polonia 2020. Questo per ricordare che cosa? Che forse noi italiani non siamo poi così male.

Ordine d'arrivo 2ª tappa, da Stupinigi a Novara: 1. Merlier (Bel, Alpecin-Fenix) 4:21:09; 2. Nizzolo (Ita, Team Qhubeka ASSOS) st; 3. Viviani (Ita, Cofidis, Solutions Crédits) st;. Classifica generale: 1. Ganna (Ita, INEOS Grenadiers) 4:29:53; 2. Affini (Ita, Team Jumbo-Visma) a 13''; 3. Foss (Nor, Team Jumbo-Visma) a 16''; 4. Evenepoel (Bel, Deceuninck - Quick Step) a 20''; 5.

Almeida (Por, Deceuninck - Quick Step) st.

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