Napoli - C'è la solita trappola Udinese sulla via che porta allo scudetto. Campo poco amico del Napoli, che in tutta la sua storia vi ha vinto soltanto sette volte. Due anni fa proprio in Friuli evaporarono le chance tricolori, storia di rigori dati e non dati, di Higuain che mette le mani addosso all'arbitro Irrati. La lunga squalifica e il crollo nervoso, dell'argentino e della squadra, il sorpasso della Juventus e l'addio ai sogni. Riecco oggi l'Udinese ma il Napoli pare più maturo, soprattutto più consapevole, martellato di brutto da mister Sarri che ha supplicato la squadra di mettere da parte la Juventus, che occupa i pensieri della tifoseria che ha già riempito il San Paolo in vista del big match di venerdì. Sempre di bianconeri si tratta, per affrontare però quelli di Allegri a distanza di sicurezza bisognerà fare i conti con i friulani, chissà se scossi o galvanizzati dal cambio di panchina.
«Nessuno è imbattibile, cercheremo i tre punti in ogni partita, con coraggio ogni impresa è possibile»: breve, succinta e compendiosa la teoria di Oddo, grande estimatore di Sarri, possibilista sul fatto che i suoi possano tirare lo sgambetto. I silenzi di Castel Volturno vengono squarciati soltanto dalle urla dell'allenatore e dalle parole di Mertens. Il tecnico in questi giorni è andato molto sullo psicologico, ha preteso massima concentrazione durante gli allenamenti: testa soltanto all'Udinese perché questa trasferta può rappresentare uno snodo importante. Come ha svelato Dries, il belga folle: «È pazzesco il modo con il quale Sarri prepara le partite e porta avanti il lavoro quotidiano. Tre cose non si fa mai mancare: sigarette, caffè e scaramanzia. Pensate che ogni giorno ci fa cambiare campo».
Cosa non si fa per uno scudetto: il Napoli sa bene che questa potrebbe essere la volta buona. Sempre Mertens, che sotto il Vesuvio per tutti è Ciro: «Non abbiamo la rosa profonda della Juventus e nemmeno tanti fuoriclasse in squadra. Però possediamo la consapevolezza di potercela fare, è per questa ragione che siamo rimasti tutti. Sappiamo che non è possibile ma il nostro obiettivo è di vincerle tutte».
Tornato al gol martedì in Champions, sta concludendo una stagione da favola. «Pensare che mi abbiano inserito nei primi 50 per il Pallone d'Oro è pazzesco. Un anno fa ero in panchina e dicevo a me stesso: Fanculo Sarri, se mi fai entrare gioco male. Poi è cambiato tutto. Mi volevano il Barcellona e la Cina, dissi di no anche perché nessuno pensava alla partenza di Neymar. Non ho voluto lasciare Napoli, qui sto da re. Ho una clausola bassa, appena 28 milioni, chi mi prende fa un affare. Però prima vorrei vincere questo benedetto scudetto». Parole che sanno di giallo su un possibile addio e creano apprensione tra i tifosi.
La strada passa per Udine, dove Sarri sarebbe intenzionato a non stravolgere più di tanto le sue abitudini di formazione. Torna Koulibaly in difesa dopo aver scontato la squalifica europea, probabile conferma per i due esterni, con Maggio a destra e Hysaj a sinistra: Mario Rui è partito per il Friuli ma pare out per via di una distorsione. Meglio risparmiarlo per la prossima settimana.
Centrocampo con Allan dal primo minuto e il playmaker Jorginho in cabina di regia, difficilmente Hamsik farà spazio dall'inizio a Zielinski. Tridente ovviamente intoccabile: Sarri non è mica Ventura e tiene ancora dentro Insigne, al match consecutivo numero 59 da titolare. Lo spingeranno i soliti cinquemila appassionati al seguito degli azzurri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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