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Mihajlovic ritrova il passato: il Milan ritrova un desiderio

Sinisa: "12 punti in 4 gare. C'è la mia Samp? Vinciamo". Montella a San Siro da avversario: "Non siamo inferiori"

Mihajlovic ritrova il passato: il Milan ritrova un desiderio

Milanello - Adesso è cominciato il conto alla rovescia. Nel senso che dinanzi alla striscia di quattro ostacoli alla portata, da stasera fino alle vacanze di Natale (Samp, Carpi, Hellas Verona e Frosinone la sequenza), il Milan di Mihajlovic può e deve fare di più. Come gli chiedono neanche sotto voce il presidente Silvio Berlusconi, innanzitutto, ieri a Milanello per incontrare un bel numero di sponsor e provare a ricaricare le batterie dello spogliatoio, i suoi tifosi avviliti, i critici accusati d'essere severi fino alla crudeltà e persino lo stesso Sinisa il quale dinanzi al quesito «le andrebbero bene 10 punti nelle prossime 4 sfide?» ha risposto secco e perentorio: «No». E per diffondere un sano ottimismo, il condottiero serbo si è spinto oltre i confini della scaramanzia con la frase civetta «sono sicuro che contro la Samp vinciamo».

Mal gliene incolse qualche tempo fa: probabilmente ha toccato ferro ieri mattina. Questo è il ragionamento fatto dal Milan: facciamo 12 punti nelle prossime quattro e poi a gennaio, con Balotelli e Menez finalmente disponibili, proviamo a sferrare l'attacco al terzo posto, «abbiamo quasi tutti gli scontri diretti in casa» l'osservazione del tecnico. «Se mi volto indietro questo Milan è più forte del Milan di un mese fa» è la chiosa del capitano Riccardo Montolivo, condivisibile ma insufficiente ancora per le aspettative di una classifica nella quale il Sassuolo è davanti («i conti li faremo alla fine» la replica di Sinisa inchiodato dal dato inoppugnabile) senza avere fuoriclasse a disposizione. Insomma: Mihajlovic chiede ancora tempo («in tre mesi non si risolvono i problemi segnalati negli ultimi anni») ma qui, anche per lui, il tempo sta per scadere, a cominciare da stasera contro la Samp che fu il suo recentissimo passato e a cui Sinisa riesce a regalare una frase tenera come la seguente: «Il presidente Ferrero ha detto che ho tradito la moglie doriana per un'altra che giudico capricciosa, come sono le donne belle».

Ha fretta anche Vincenzo Montella, appena sbarcato a Bogliasco e castigato a Udine, al debutto, da un golletto e da una prova non certo incoraggiante. «Ho fretta di vincere, non siamo inferiori al Milan» è il suo grido di battaglia per un gruppo che deve tirarsi fuori da una depressione più psicologica che fisica o tecnica. Per la terza volta Mihajlovic si prepara a cambiare registro tattico, segno dell'insoddisfazione per la prova di Torino («troppi passaggi sbagliati in uscita») e di una ricerca ossessiva del famoso equilibrio, cioè conservare solidità difensiva senza disperdere la fase offensiva, inesistente contro la Juve. Di qui la conferma di Bonaventura a centrocampo e di Cerci chiamato a recuperi generosi per disegnare un 4-4-2 mascherato. Fedele al motto della casa («chi perde sta zitto»), il presidente Silvio Berlusconi è arrivato puntualissimo a Milanello (sua figlia Barbara invece si è presentata in ritardo) accolto da Adriano Galliani, per partecipare alla colazione organizzata dalla divisione marketing con una nutrita pattuglia di sponsor cui ha dedicato più riflessioni sui temi di grande attualità politica che osservazioni calcistiche. Del suo Milan ha lodato in pubblico la marcata italianità, «una promessa mantenuta» e che si specchia nella sagoma di Gigio Donnarumma del quale il presidente ha raccontato anche le modalità del suo arrivo a Milanello. Che sia il nuovo gioiello di famiglia da mostrare è operazione ben visibile, gradita allo stesso agente, Mino Raiola che lo ha paragonato «a un Modigliani del valore di 170 milioni».

Le solite esagerazioni del venditore Mino che di sicuro, tra qualche tempo, batterà cassa per incrementare lo stipendio del suo assistito.

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