Il Milan cade sotto la pioggia di Lecce, sprofonda a metà della prima frazione e poi si rialza, con due lampi e rammenda una serata orribile con un modesto pareggio che mette l'accento sulla settimana peggiore del 2023 perdendo altro terreno rispetto al Napoli (il distacco è salito a nove punti) e si preparano nel peggiore dei modi alla Supercoppa di mercoledì prossimo. Orribile la partenza, con una squadra ferma, lenta, distratta e deconcentrata. Appena migliore la seconda frazione che conferma in modo solenne che gli scricchiolii avvertiti con la Roma e confermati in coppa Italia non sono casuali. Sono anzi il segno di una pericolosa involuzione del gioco, delle condizioni generali e anche delle perfomances di alcuni esponenti, Kalulu tra i primi della lista. I recuperi di Origi e più tardi di Kjaer non possono certo garantire un futuro migliore.
Semplicemente agghiacciante l'incipit del Milan a Lecce. Per dirla alla Boskov: chi ha sbagliato dopo tre minuti? Kalulu sbava un innocuo passaggio verso Calabria e innesta il contropiede leccese che si configura in modo didascalico, completato dalla deviazione di Theo Hernandez che tradisce Tatarusanu. Non finisce lì perché tutto il Milan è proprio stordito e continua a regalare praterie al Lecce che va a nozze in quelle condizioni. Di Francesco sfiora il bersaglio del 2 a 0 la cui firma spetta invece più tardi a Baschirotto, un difensore abile di testa, arrivato in area di rigore rossonera. Chi ha sbagliato? Ancora una volta Kalulu che salta poco e in anticipo rispetto al rivale, Hernandez dietro sta a guardare. 2 a 0 per il Lecce e solo applausi per i pugliesi che dispongono del rivale a proprio piacimento, in velocità e con il palleggio. Le uniche, decenti reazioni milaniste portano al tiro un paio di volte Pobega: una volta Falcone si oppone alla grande, sull'altra il sostituto di Tonali sfiora l'incrocio. Troppo poco per rimediare a quel disastro di frazione, in perfetta traiettoria con gli ultimi minuti con la Roma e la qualificazione in coppa Italia lasciata al Torino. La faccia di Pioli racconta tutto meglio delle immagini.
Due cambi all'intervallo per il Milan, bisognerebbe cambiarne 10 (tutti tranne Bennacer) forse per vedere un altro Milan. Dentro Dest (Hernandez con acciacco) e Messias (Saelemaekers nullo) ma non c'entrano con il sigillo di Leao maturato prima dell'ora da azione corale, con parata di Falcone su Giroud e astuto colpo da biliardo del portoghese sul primo palo. Sempre il centravanti francese diventa uno snodo decisivo in attacco e dal suo assist per Calabria spuntato in attacco sul lancio di Pobega, matura il 2 a 2 e il primo gol della stagione per il giovin capitano.
Nel frattempo la scelta rischiatutto di Pioli prevede la presenza di Origi al posto di Diaz così da disegnare un 4-2-4 inedito per l'assalto finale. Che non frutta grandi emozioni. Da segnalare, ancora una volta, i gol di testa subiti anche in Puglia dopo quelli della Roma. È proprio nella sua difesa di ferro che si colgono i segnali più preoccupanti.
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