Per il Milan siamo all'ultimo miglio. Questione di ore appena per l'annuncio che vuol dire firme già apposte sul preliminare di cessione della maggioranza delle azioni rossonere dal fondo Elliott a RedBird Capital di Gerry Cardinale. Ma attenti: non sarà una cessione tradizionale. In questo caso si tratta di una vera e propria partnership perché Elliott è destinato a restare con una quota di minoranza e con un ruolo ben definito anche all'interno del club. In questa chiave di lettura si trova la scelta della famiglia Singer di chiudere la trattativa con Investcorp appena sono state comunicate le modalità di pagamento di una quota della cifra e aprire invece il dialogo con Gerry Cardinale.
RedBird Capital è specializzato nel lavorare sui ricavi: ed è questa la divisione su cui il Milan del futuro, aspirando al modello di media company, deve puntare per incrementare il fatturato. E col fatturato far crescere le possibilità di investimento sulla squadra. Dalle parti del calcio italiano, ancorato al vecchio schema - il mecenate che spende per l'acquisto di campioni e bast - il solo pensiero che il Milan possa utilizzare per lo sviluppo della sua attività gli algoritmi rappresenta una sorta di stravaganza. Eppure, proprio col Milan in particolare, ha funzionato e ha funzionato nel giro di qualche anno nella scelta di giovani talenti per esempio.
Gerry Cardinale è in arrivo a Milano e spiegherà, appena ultimate le pratiche con i suoi professionisti al seguito, allo stesso Paolo Maldini la missione della nuova proprietà. D'altro canto già poche ore dopo la conquista dello scudetto, Cardinale si è lasciato fotografare dalle parti di piazza Duomo mentre alcuni tifosi con le bandiere al vento davano vita alla grande festa. Nessuno l'ha riconosciuto e ha potuto farlo in perfetto anonimato. Per il progetto Milan, in tempi recenti, il manager che ha vissuto 20 anni all'interno della grande banca d'affari, ha declinato in modo molto semplice la formula. Ha dettato: «È più importante spendere bene che spendere tanto». Che è poi il modello già realizzato fin qui da Elliott.
E che ci sia continuità non solo aziendale - quindi con i manager di prima linea confermati nell'incarico - è pubblicamente ammesso anche da Ivan Gazidis, l'ad del club rossonero che ha rilasciato una lunga e articolata intervista al Guardian. Il manager di origine sudafricana ha definito lo scudetto conquistato a Reggio Emilia una settimana fa «un risultato monumentale» proprio perché nei mesi e nelle settimane precedenti, quando è partito il progetto, «la gente diceva che sarebbe stato impossibile puntare così in alto». E anche qui, nel definire il ruolo di Paolo Maldini, Gazidis ha usato questa espressione: «È stato bravo nel trasmettere ai giovani talenti reclutati i valori del Milan».
Infine, a proposito della sua permanenza a casa Milan (attualmente ha il contratto in scadenza nel prossimo mese di novembre, ndr), Gazidis ha ribadito la disponibilità («rimarrei per l'immediato futuro») a proseguire il lavoro intrapreso.
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