La testa è già volata a Riad, capitale dell'Arabia Saudita, palcoscenico della finale di Supercoppa d'Italia in programma mercoledì 18 gennaio. I muscoli di Inter e Milan invece sono già tesi per la preparazione, da disputare in Italia, oggi tra San Siro (Verona il rivale di Simone Inzaghi) e Lecce (l'ostacolo sulla strada di Stefano Pioli). I due accampamenti hanno qualche acciacco da valutare e più di un recupero prezioso da realizzare. L'Inter può contare subito su Calhanoglu, non ancora sul conto di Barella mentre Handanovic, Brozovic e Lukaku resteranno sotto osservazione. Il Milan ha imbarcato per la Puglia anche Origi e Kjaer. Rebic li raggiungerà domenica nella speranza di poter essere utile per la Supercoppa, magari solo a mezzo servizio. Ecco il prossimo bivio della Milano calcistica, giunta in prossimità del derby che proseguirà fino al 5 febbraio, con il ritorno del campionato.
Milan e Inter non sono arrivate con gli squilli della fanfara. Acerbi ha salvato la patria nerazzurra con quel gol in recupero nascondendo dietro la qualificazione ai quarti di coppa Italia qualche dolente nota. «Non voglio più parlare di Monza ma ricordo che in 9 partite abbiamo vinto 7 volte, perso con la Juve e pareggiato a Monza» la contabilità presentata da Inzaghi sottoposto al solito trattamento dai vedovi di Antonio Conte. Il Milan è reduce da una vistosa ammaccatura. Dalla coppa Italia è addirittura uscito, ai supplementari, per merito di un battagliero Toro rimasto per 50 complessivi minuti in 10 contro 11. Pioli ha mandato tutti a nanna a Milanello spiegando che la scelta ha motivazioni personali («non riesco ad aspettare di parlare il giorno dopo») e strategiche («per recuperare al meglio le energie»). È il segno dell'insoddisfazione.
Il Verona è apparso rigenerato dalla sosta mondiale. A gennaio ha pareggiato col Toro e piegato la Cremonese, il Lecce dalle sue parti ha castigato la Lazio di Sarri rimontandola. A parte il disagio del viaggio, sembrano due rivali fatti apposta per misurare con precisione lo stato di salute dei due team, rimasti ieri sera inchiodati davanti alla tv per seguire Napoli-Juve. «Ho fatto appendere nello spogliatoio la classifica del girone d'andata dello scorso campionato con 42 punti» la trovata di Pioli che ha accettato di buon grado la decisione dell'area tecnica di chiudere in anticipo la finestra di calcio-mercato tradendo un solo rimpianto («se siamo al completo, siamo più forti») dedicato agli infortuni. Dal quartier generale di Appiano Gentile invece non arrivano conferme sui bisbigli dei siti spagnoli circa un ventilato scambio Kessiè-Brozovic mentre il summit per il rinnovo di Skriniar non è più un tormentone. Sul tema, forse il più felice è proprio Pioli che ha incassato la firma di Bennacer con soddisfazione e ha ammesso: «Altre firme arriveranno». Ogni riferimento a Leao e Giroud è inevitabile.
Verona e Lecce contano allora per rendere meno traumatico l'avvicinamento a Riad ma è quello l'appuntamento che conta.
Pioli, sul punto, è molto trasparente: «Il distacco in campionato si può colmare, l'anno passato, avevamo stesso ritardo a fine febbraio, la Supercoppa invece è una sfida secca». E allora si può dare di più, sia Milan che Inter. Occhio al campionato, Riad per qualche ora può attendere.
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