Il Milan non svolta, Pioli già in salita. Tifosi contro Suso

Il Milan non svolta, Pioli già in salita. Tifosi contro Suso

Se tra i tecnici (dieci compresi le brevissime apparizioni di Tassotti e Brocchi) arrivati sulla panchina bollente del Milan dopo Ancelotti, il più produttivo è ancora e sempre Allegri (178 partite, media punti 1,81), allora bisogna invertire l'ordine degli addendi. E invece di mettere puntualmente sotto processo gli allenatori, è opportuno partire da quella data ci fu la fine del ciclo degli invincibili- per giungere a una conclusione diversa. Che porta al mercato e alle scelte fatte soprattutto in occasione dei recenti cambi di proprietà. Prima la coppia Fassone-Mirabelli, poi Leonardo-Maldini quindi la recente Maldini-Boban si è ritrovata alle prese con un gruppo di apprendisti milanisti che non hanno avuto, tra le mura di Milanello, punti di riferimento né modelli cui ispirarsi o leader dai quali trarre insegnamento. Stefano Pioli, appena arrivato, ha colto al volo il deficit se nella notte di domenica ha confidato ai suoi collaboratori che il limite più evidente emerso è stato la mancanza di lucidità nel leggere le diverse fasi della partita. In pratica: c'è un tempo per attaccare e un tempo per gestire, con mestiere e personalità, a pochi minuti dal gong, custodendo il risultato.

Elementare per una squadra ben assortita, non per il Milan che si è liberato l'estate scorsa di alcuni elementi di esperienza, tipo Abate e Zapata, che sarebbero serviti eccome al posto di Conti, autore dello sciagurato rigore che ha riaperto il match. Perciò il primo deludente pari della nuova gestione tecnica ha provocato due opposti sentimenti: 1) soddisfazione per aver rigenerato alcuni esponenti (Calhanoglu su tutti); 2) scetticismo per gli errori pazzeschi d'ingenuità o di pigrizia commessi nei minuti di recupero. Su quest'ultimo punto, l'accusato numero uno è diventato Suso. Un filmato diffuso sul web ha mostrato, in tutta la sua gravità, il disinteresse dello spagnolo per Calderoni e la sua posizione sbagliata nell'azione che ha portato il Lecce al 2 a 2. Perciò è partita la solita campagna susoOut su Twitter lanciata dai tifosi che ha fatto subito tendenza. Non si pensi che la società sia stata risparmiata. Flavio Briatore, infatti, ha rifilato una stoccata a Ivan Gazidis, l'ad rossonero nominato da Elliott per gestire il Milan, autore della linea guida niente anziani, solo giovani di prospettiva, suo il no a Ibrahimovic a gennaio scorso e l'avversione a condire l'attuale rosa con qualche elemento di esperienza.

«Se fossi io l'azionista di riferimento del Milan, l'avrei già licenziato dopo la frase sulla serie D offensiva nei confronti dei tifosi e di chi mette molti soldi» la dichiarazione che ha riaperto una ferita che soltanto il successo sul Lecce avrebbe richiuso.

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