Milano. Tre punti e poco più. Per il Milan, reduce da una striscia impressionante di sconfitte (4 consecutive) e relativa scorpacciata di gol al passivo, lo zero raccolto da Tatarusanu e il sigillo di Giroud hanno avuto l'effetto di una robusta dose di vitamina e di fiducia. Specie poi se conquistate al cospetto del Toro, il miglior nemico di questi ultimi mesi (due sconfitte tra campionato e coppa Italia nei precedenti). Pioli ha ripetuto, dalla sua postazione, che «non c'è mai stata una questione fisica» e invece proprio nella seconda frazione di venerdì il Milan ha mostrato qualche brillantezza in più. Non è casuale ma, secondo qualche ricostruzione, l'effetto virtuoso di un proficuo lavoro effettuato nelle due settimane libere. A dire il vero, forse, la foto più iconica è stata quella pubblicata, a fine serata, da Calabria e Theo Hernandez che hanno simulato un match di boxe per ironizzare sulle voci infondate, provenienti dai social, di litigi interni a Milanello quale causa del cedimento strutturale avvenuto da Lecce in poi.
I lampi sono arrivati innanzitutto da Theo (gol del 2 a 0 sbavato di pochi centimetri, il cross per Olivier effettuato con il contagiri), poi da Kalulu, dalla testa girevole del centravanti francese e infine da un giovanotto tedesco, Thiaw che nella difesa a tre ha interpretato con grande efficacia il ruolo di guardiano dell'argine. Nel compito, inedito, di seconda punta, affidato a Leao, Stefano Pioli ha rivelato un retroscena. «Rafa mi ha detto che è quello che preferisce» ha spiegato il tecnico, uscito da una serata delicatissima senza grandi sorrisi. Sarà anche così ma di certo nella ripresa, con Leao finito sul binario di sinistra, il rendimento del portoghese è cresciuto.
Il successo sul Toro non è sufficiente per decretare la guarigione del Milan e la risoluzione di tutti i suoi tormenti. È soltanto un primo passo, appunto. Che adesso deve trovare conferma dinanzi al prossimo ostacolo, il Tottenham di Antonio Conte, uscito a pezzi ieri dal viaggio a Leicester e non solo per la sconfitta dalle dimensioni preoccupanti (1 a 4 più un gol per fuorigioco millimetrico tolto ai rivali). Improvvisamente gli Spurs hanno tradito inquietanti sbreghi in difesa (per l'assenza di Lloris e di Romero) e nel frattempo hanno perso per infortunio anche Bentancur a centrocampo. Che nessuno si illuda dalle parti di Milanello, anche se ieri Antonio Conte è apparso ancora molto sofferente più per i postumi del suo intervento chirurgico che per la sonora sconfitta.
Per lui, e non soltanto per lui, perché c'è anche Perisic in sua compagnia, quella di martedì prossimo è una edizione riveduta e corretta del derby di Milano che in passato
ha avuto proprio nei due, il tecnico e il croato, protagonisti decisivi e in prima linea nel castigare il Milan. I recuperi, programmati, di Bennacer e Tomori sono le altre iniezioni di fiducia per il match di Champions.
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