Il Milan si illude con Piatek ma è ancora la Signora Kean

Sfida decisa dai rigori: due negati ai rossoneri e quello del pareggio di Dybala. Poi ci pensa sempre baby Moise

Il Milan si illude con Piatek ma è ancora la Signora Kean

La Signora stasera può festeggiare l'ottavo scudetto di fila sul divano. Se il Napoli non dovesse perdere, lo farà in una delle prossime sette partite. Poco cambia perché ad Allegri non interessa dei record di precocità o punti che sia, ma vincere. E allora la Juventus adesso ha due gare a cui pensare davvero, i quarti di finale di Champions contro l'Ajax. Mercoledì si presenta ad Amsterdam dopo aver battuto in rimonta il Milan, a cui resta la rabbia e la delusione dopo l'ottava sconfitta in otto partite di campionato allo Stadium. Ma la furia non è certo per il tabù, quanto per quel fallo di mano di Alex Sandro, che l'arbitro e il Var impiegano quattro minuti a valutare incredibilmente da non rigore, soprattutto per le decisioni viste finora in questa stagione. Anche se l'errore è meno decisivo perché un minuto di gioco dopo l'episodio, Piatek segna. Pesa molto di più nel finale il fallo di reazione di Mandzukic su Romagnoli in area bianconera: per i rossoneri un altro rigore. «Arbitro inadeguato», il commento lapidario di Leonardo che poi rivela che il Milan a gennaio voleva Kean.

E proprio il ragazzo del Duemila, rimasto alla Juve, è decisivo con il settimo gol in un meno di un mese: cinque in cinque partite di campionato, duecentotrentuno minuti giocati, più due in Nazionale. Che sia il ragazzo del destino, lo si capisce anche dallo spezzone di gara contro i rossoneri: prima segna a gioco fermo, poi è pericoloso due volte quindi segna la rete da tre punti.

Allegri la vince con i due cambi: l'azzurro e Pjanic. Gattuso, che sull'arbitro si limita a un «non sono cieco», mentre nel teso finale con Landucci, vice di Max, gli ha ricordato «che la ruota gira...». Rino la perde per colpa di due errori inconcepibili dei singoli: Musacchio stende senza spiegazione Dybala per il rigore del pareggio; Calabria regala il pallone del sorpasso ai bianconeri. Senza dimenticare che Piatek, escluso il gol, ha le polveri bagnate per come non prende la porta di testa dopo due minuti e sull'uno a uno perde il tempo per tirare. Certo il Milan cala, quando nell'ultima mezz'ora quando la Juventus smette di guardare la partita. Adesso la corsa Champions si complica maledettamente: pesano gli errori arbitrali disseminati in questa stagione, ma un punto in quattro partite è la denuncia pubblica della crisi. Anche se a livello fisico ieri è sembrata un'altra squadra rispetto all'Udinese.

E per un tempo ha fiutato la svolta e l'impresa grazie a quel gol che è la catarsi dell'affare della scorsa estate tra la Signora e il Diavolo. Detto di Caldara che non ha mai giocato nel Milan e di Higuain volato a Londra dopo quattro mesi, all'appello mancava Bonucci. E il difensore, che a San Siro non aveva giocato, è protagonista in negativo nel vantaggio rossonero perché il suo passaggio a Bentancur è scellerato. Non solo, a segnare è l'erede del Pipita, il solito Piatek. E' anche l'episodio che accende una partita soporifera. La Juve con l'Ajax alle porte perde subito Emre Can per distorisione (caviglia destra), ma ritrova Khedira un mese dopo l'operazione al cuore.

Meglio il Milan, nonostante il derby pesi ancora nella testa: così all'intervallo la Signora è pericolosa solo con una rovesciata di Mandzukic.

Ma l'aiuta anche la fortuna perché nella ripresa mentre Allegri sta per giocarsi le ultime due mosse con un brutto Dybala candidato al cambio, proprio la Joya si procura e trasforma il rigore. Poi esce davvero, arrabbiato, per lasciare il posto a Kean, il ragazzo predestinato. Con Ronaldo ai box ma pronto per l'Ajax, c'è anche la sua firma sull'ottavo scudetto.

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