Il Milan è spuntato ma si scopre cecchino. Quattro calci alla crisi

Senza punte i rossoneri colpiscono da lontano. Doppio Suso e Gattuso respira dopo tre pareggi

Il Milan è spuntato ma si scopre cecchino. Quattro calci alla crisi

Il colpo è doppio: un po' perché il Milan finalmente ha ripreso fiato, tornando a vincere in campionato dopo quasi un mese, e un po' perché l'ha fatto sul campo di quella che - classifica alla mano - al momento è un'avversaria per la zona Champions. Che adesso dista quattro punti con una partita da recuperare, una distanza che improvvisamente mette neno paura.

Alla vigilia il problema sembrava quello del gol: fuori Higuain, acciaccato Cutrone, fuori pure Borini che almeno un passato da centravanti ce l'aveva, Gattuso è stato costretto a scegliere un «falso nove». In partenza aveva pensato a Castillejo ma ha cambiato idea in fretta perché lo spagnolo, che quel ruolo l'aveva ricoperto una sola volta in carriera (lo scorso 11 marzo quando sostituì Bacca in Villarreal-Las Palmas) da attaccante puro era sembrato un pesce fuor d'acqua. Per decidere lo scambio di posizioni col più versatile Calhanoglu «Ringhio» ha impiegato appena dieci minuti. Alla fine, non avendo uomini d'area, il Diavolo l'ha risolta tirando da fuori: tre calcioni alla crisi griffati Kessie, Suso e Castillejo, che pian piano, dopo un inizio abbastanza sonnacchioso, hanno colorato la partita di rossonero.

A parte un lampo di Suso dopo quattro minuti (incrocio dei pali centrato di destro da posizione defilatissima), nei primi 20-25 minuti a prevalere è stata la noia. Ritmi bassi da entrambe le parti e zero occasioni. Poi al 26' Calhanoglu indovina l'assist per Kessie, ma l'ivoriano, invece di spaccare la porta, sceglie l'opzione di un pallonetto che viene salvato sulla linea da Lirola. Forse non per caso i peggiori tre minuti del Milan arrivano proprio dopo questo gol divorato: per due volte, fra il 31' e il 34', i rossoneri rischiano addirittura di andare sotto concedendo due chances enormi a Di Francesco. Prima è Donnarumma a chiudere la porta in faccia al figlio del mister della Roma, poi - dopo un errore in disimpegno di Bonaventura che aveva regalato il pallone a Boateng - ci pensa Abate a sradicagli il pallone dai piedi quando il tap-in dell'1-0 sembrava cosa fatta.

Passato il pericolo e passati altri cinque minuti il Milan finalmente la sblocca. Kessie si fa perdonare inventandosi un coast-to-coast imperioso e un rasoterra dal limite che inchioda Consigli: bravo lui, meno bravo l'ex Locatelli che col senno di poi avrebbe fatto meglio a spendere un fallo. Nota di demerito anche per Maron che sul finire del primo tempo pasticcia in area e per poco non regala il raddoppio a Suso, ma lo spagnolo non ha bisogno di regali per segnare. Fa da solo e lo fa alla sua maniera, proprio in avvio di ripresa, quando disegna un arcobaleno col mancino dal vertice destro dell'area: palla sotto al «sette» lontano e Sassuolo tramortito.

La pratica sembra definitivamente chiusa quando al 60' arriva anche lo 0-3 grazie a un altro gran sinistro da fuori di uno spagnolo, stavolta Castillejo, ma il Milan che quest'anno sembra specializzato nel subire rimonte come al solito ce la mette tutta per far soffrire fino all'ultimo i suoi tifosi.

Al 68' si fa sorprendere da una combinazione Boga-Duricic col serbo che infila Donnarumma sul primo palo, e nel finale si ritira nella sua metà campo concedendo al Sassuolo qualcosa di troppo. A differenza delle altre volte però non paga pegno, e non è una novità da poco. Anzi, alla fine (col beneplacito del Var) arriva anche il secondo gol personale di Suso a suggellare la notte del riscatto.

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