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Il Milan torna a casa. È davvero Champions

I rossoneri dopo sette anni ritrovano la coppa. E battendo l'Atalanta finiscono il torneo secondi

Il Milan torna a casa. È davvero Champions

Bergamo, oh cara. Là dove cominciò la traversata del deserto, nel dicembre del 2019 (manita dell'Atalanta), il Milan, campione delle trasferte (16 successi su 19, record europeo), si guadagna il meritatissimo pass per la Champions league. Lo fa, come al solito, nella curva più insidiosa della stagione, al cospetto dell'Atalanta schiaccia sassi, con due rigori cristallini firmati da Kessiè, il suo vero leader di gioco, di presenze e di sostanza. Senza Ibra, senza Rebic, con Diaz a mezzo servizio, Pioli e i suoi tirano fuori una serata da leoni con cui mettono l'esclamativo su una stagione di grande recupero dello smalto antico e storico. È il premio al lavoro di molti, di Pioli innanzitutto, di Maldini e del club capace di rimettere insieme i cocci nel luglio dello scorso anno, al ritorno da Sassuolo, chiamando in sella Maldini. Chiude da secondo, davanti a tutti, dopo aver dominato per un girone e passa. Strepitosa la sua difesa, la tattica di Pioli magistrale. Da oggi comincia un altro giorno per il vecchio Milan, in Champions al termine di un inseguimento lungo 7 anni.

Una fiammata iniziale del Milan (sberla di Saelemaekers dal limite vola sulla traversa) trae in inganno perché poi è l'Atalanta che s'incarica di comandare il gioco. Deve fare la partita e non si tira indietro mentre il Milan si richiude nella sua metà campo nella speranza di un qualche blitz. Dal possesso, il gruppo di Gasperini non ricava granchè nel primo tempo, né un pericolo né un tiro in porta a dire il vero anche perché i suoi ritmi non sono da formula uno. Nel frattempo la strategia di Pioli è elementare: palla lunga su Leao che si libera una sola volta per volare a rete, abbattuto da Romero senza che Mariani intervenga per punire il fallo ed esibire il cartellino. Sul finire del tempo, appena si apre un secondo varco, questa volta dalla parte di Theo Hernandez, con il classico dai e vai in collaborazione con Calhanoglu, Maehle e Romero entrano a tenaglia provocando il rigore. Kessiè, alla presenza numero 50 della stagione, piazza il suo destro all'angolo. Gasperini, per proteste, è ammonito.

Muriel (invece dello spento Pessina), il più vivo della compagnia, è la mossa bergamasca dopo l'intervallo, Meitè e Krunic (per il deludente Bennacer e lo spremuto Diaz) quella di Pioli per irrobustire la trincea davanti alla difesa sottoposta al martellamento dell'Atalanta. Qui non mancano le occasioni: Zapata sfiora il palo lontano, Leao lo scheggia in magnifico contropiede dopo l'ora di gioco, le più clamorose. Sono le premesse per l'assedio finale dell'Atalanta a cui saltano i nervi a pochi rintocchi dalla fine: De Roon procura un rigore e colpisce Krunic, si becca il rigore e il rosso.

Kessiè, il migliore della stagione, firma il 2 a 0 che chiude il conto.

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