Il tour delle cattedrali da cartolina (prima la Scala, poi l'Arena) ha permesso al presidente del Coni, Malagò, di shakerare qualche concetto forte per dare una bella sveglia a Milano: la Milano dello sport, ma anche quella dell'Expo 2015. Benvenuto nelle terre di Brontolo e di Pisolo con il suo frenetico movimentismo. E così Maroni, assessori e soci si sono sentiti dire: «Se l'Expo di Milano non dovesse andare bene, ci sputtaneremmo e addio candidatura olimpica per Roma». Argomento se non convincente, almeno di presa immediata: la famosa capacità organizzativa italiana prenderebbe una bella sberla. Malagò ha raccontato che a Sochi ha intessuto rapporti. «Ed ho capito che possiamo vincere perchè siamo amati, molto rispettati». Il presidente del Coni era a Milano per festeggiare piazzati (Corradini e Visintin) e medaglie olimpiche di Sochi (Fontana e Zoeggeler), insieme allo sponsor Samsung che, tramite un gioco abbinato ai Giochi, ha raccolto 80mila euro per ristrutturare una palestra a Milano ed una a Reggio Calabria. Presenti anche le tante medaglie di legno, giusto per non essere dimenticate.
Poi Malagò, dopo aver minacciato la Fiat («Ho già in mano due marche straniere, se non continuerà a supportarci»), è intervenuto al convegno su Lo sport ai tempi dell'Expo e tirare bordate, schierato dalla parte dei grandi eventi nel nostro Paese. «Peccato che poi scattino meccanismi di contrarietà nella dinamica di realizzazione delle opere». Cioè quando la parola passa al mattone. E tanti avranno pensato alle beghe sui mondiali di nuoto: «Lo sport, o i grandi eventi, vengono inquinati, contaminati dagli appalti, da chi realizza le grandi opere».
Expo si è dovuto rivolgere ad un commissario straordinario. E, allora senza tirarsi indietro («Faccio il tifo per Expo»), Malagò passerà all'incasso: in nome del gioco di squadra. «Vorrei che rimanesse anche un'eredità sociale e sportiva: vorrei nuove strutture». E stavolta è stata facile la sponda con Maroni che ama il Milan e lo sport. Il Milan punta sullo stadio. «Così, magari, un giorno noi milanisti vedremo la finale di Champions nel nostro stadio: sarà di 60mila spettatori, in regola con le norme Uefa». Per una volta sembra di intravedere un'idea comune sulla cittadella dello sport.
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