Misteri di casa Sky Per vedere Wiggins ci vuole il decoder

Giro d'Italia: l'inglese sempre defilato, finisce all'ombra del compagno Uran. Il colombiano: "Io ai suoi ordini. Ma vedremo giorno per giorno"

Misteri di casa Sky Per vedere Wiggins ci vuole il decoder

nostro inviato a Vajont

Il Baronetto continua a prenderle, ma non barcolla. Dice che il terreno per rimontare Nibali c'è ancora tutto. Già in questo week-end, sulle Alpi piemontesi, conta di rimettere un po' le cose a posto. Beato lui che ci crede. Più passano i giorni, più il mistero si fa intricato. Sembra che la Sky, il suo squadrone, l'abbia volontariamente criptato. Ormai per vederlo serve il decoder.

Molto più chiaro, senza canoni d'accesso, è invece il reality interno che sta facendo record ascolti. Titolo: chi comanda in casa Wiggins? La prima puntata era andata in onda a Serra San Bruno. In prossimità del traguardo, il padrone di casa - o presunto tale - si era ritrovato improvvisamente solo. I due collaboratori domestici Henao e Uran, colombiani, assunti per rendergli la vita più comoda, erano misteriosamente andati avanti, in cerca di gioie personali, peraltro inutilmente.

«Nessun problema - la spiegazione del Baronetto - ho dato io la libera uscita. Ma sulla loro fedeltà posso giurare». Difatti. L'altro giorno, salendo verso l'Altopiano del Montasio, Uran scatta di nuovo. E Wiggins resta di nuovo solo. Questa volta il maggiordomo vince la tappa, ma soprattutto si porta molto avanti in classifica, praticamente alla pari con il padrone. Lui, da parte sua, cerca ancora una volta di salvare le apparenze: «La Sky è una grande squadra. Uran è forte, sarà una bella alternativa. Per me vincere il Giro si sta facendo un po' più complicato, ma le mie possibilità restano intatte. Se poi più avanti mi accorgerò che Uran sta messo meglio, non esiterò ad aiutarlo».

Siamo solo alle prime puntate. Ma è chiaro che questo reality Sky diventerà ogni giorno più avvincente. Al momento sono i primi dispetti, le prime ipocrisie, le prime carognate, tutto tenuto sottotraccia perché le cose di famiglia si lavano in famiglia. Ma la tradizione di casa Wiggins è molto chiara: già l'anno scorso al Tour, con l'altro collaboratore Froome, emerse la netta sensazione che il padrone avesse imposto il pugno di ferro di fronte a un'esuberanza fin troppo evidente. Allora, però, Wiggins dava segnali forti e chiari. Qui al Giro, nella nuova stagione del reality, la grossa novità è che Wiggins dà segnali abbastanza deboli, appare piuttosto sfuocato, in molte situazioni completamente criptato. Per vederlo serve il decoder. Limpida e netta invece la figura di Uran, che in salita è nettamente più potente. L'impressione è che i colpi di scena siano in agguato ad ogni puntata. L'armonia di casa Wiggins è solo apparenza. Sarà difficile, per il padrone, tenere in mano la situazione ancora a lungo. Tira aria di fronda tra le maestranze. Uran, al Montasio, non si è neppure tanto nascosto: «Noi siamo sempre agli ordini di Wiggins. Poi ci regoleremo giorno per giorno…». Il che è come dire: lasciamogli credere di comandare ancora, ma se tutti i giorni mi va così, toccherà sostituirlo.

In tutto questo, Nibali sta seduto in poltrona e si gode lo spettacolo. Potrebbe tremare come davanti a un thrilling, perché solitamente l'unione fa la forza, ma in casa Wiggins non c'è unione e dunque molta meno forza. Al momento, lo spettacolo gli piace una cifra. Se Wiggins resta criptato gli fa solo un favore. Non farà nulla per procurarsi il decoder. Anche perché non c'è solo Sky sui canali del Giro. Quest'anno c'è Evans, c'è Gesink, c'è Sanchez, c'è Hesjedal, ci sono facce e storie che arrivano da tutto il mondo, c'è pure un greco e c'era persino il cinese. Mai così esotico.

Sembra di stare sul National Geographic.

P.S.: su pressante richiesta, offriamo al gentile pubblico un breve corso d'inglese, necessario per la visione del Giro sui canali Rai. Lesson one: "San Paolo stadium". Traduzione: "Stadio San Paolo".

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