La notte dell'Allianz Stadium, oltre che avvicinare la Juve al nono scudetto di fila, ha anche detto che la vera punta di diamante nostrana ad agosto sul palcoscenico europeo di Lisbona potrebbe essere l'Atalanta. Già qualificata ai quarti, a differenza dei bianconeri e del Napoli, una squadra che deve ancora imparare molto («siamo a scuola, ce la giochiamo», così il patron Percassi dopo il sorteggio di Champions che ha «regalato» il Psg) ma che più di altre esprime un calcio moderno. Dettaglio che a livello continentale può fare la differenza. La notte di Torino ha dimostrato che coloro (pochi) che hanno espugnato il fortino juventino in nove anni, di rado hanno esercitato un dominio e suscitato un'impressione simili alla squadra di Gasperini. Ci riuscì forse il formidabile Bayern di Heynckes o il Real della rovesciata di Ronaldo. In parte, anche il giovane e sbarazzino Ajax, anche se in quell'occasione la Juve ci mise del suo. Negli occhi di chi ha seguito l'ultima notte di calcio allo Stadium resteranno, ad esempio, gli otto minuti nei quali l'Atalanta ha chiuso i bianconeri nella loro metà campo. Unico neo: a parte il colpo vincente di Zapata, gli orobici nel primo tempo non hanno più tirato in porta.
Solo la partenza più lenta rispetto a Sarri impedisce alla Dea di lottare per lo scudetto: nel girone di ritorno hanno fatto quattro punti in più della Juve (32 contro 28). Anche se Gasperini ha sempre evitato di alzare così in alto l'asticella. Al tecnico serviva un'ultima verifica, perché in questi anni bergamaschi ha capito di essere all'altezza di chiunque e di tutto, inclusa la Champions, ma gli mancava di sapere di poter essere all'altezza della Juventus, battuta solo in Coppa Italia. «Avevo chiesto ai miei di interpretare questa gara in ottica Champions, volevo capire se saremmo riusciti a reggere la forza d'urto di una squadra che può vincerla e ci siamo riusciti. Abbiamo alzato il nostro target, contro la Juve in altri momenti non avevamo avuto questa personalità», il commento di Gasp.
E nella Bergamo colpita dal Covid dove l'Atalanta ha rappresentato l'unico raggio di sole, c'è un patron che se una volta sognava un'amichevole con una grande squadra, un modello da studiare, ora sa che quella squadra la affronterà da pari grado nei quarti di Champions e con una posizione di vantaggio indiscutibile. Non tecnico, visto che il Psg ha investito milioni per costruire un gruppo vincente, ma fisico: rispetto ai parigini il 12 agosto avrà giocato 13 gare contro due.
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