
Gregory, tra qualche giorno 8 anni, è un bambino tifoso del Milan molto fortunato. Per una speciale coincidenza si è ritrovato a far visita nella sala dei trofei del Milan accompagnato dai suoi genitori e ha incrociato Luka Modric che a sorpresa è entrato in punta di piedi. Gregory lo ha riconosciuto al volo e si è commosso come sanno fare i bambini, mettendosi le mani davanti agli occhi. Luka si è fermato a parlare con lui, ha firmato un autografo e ha reso quel momento indimenticabile. Il filmato dell'incontro girato dal club ha fatto il giro dei social. Di sicuro maggiore ascolto e appeal riscuoteranno le frasi che l'ex Pallone d'oro ha firmato durante l'intervista riservata al canale ufficiale del club rossonero e resa pubblica ieri. Modric, proprio come gli succede da calciatore, non è stato banale. Ha scolpito alcuni punti che possono diventare il manifesto calcistico del prossimo Milan targato Tare, Allegri e Modric. Il primo, forse il più importante di tutti, è stato il seguente: "Io ho ancora fame di successo e il Milan non può essere soddisfatto della mediocrità". Proprio così. La mediocrità espressa dall'ultimo Milan è in forte e doloroso contrasto con la sua storia e la sua tradizione e non può essere la cifra stilistica della futura stagione. Modric - e lo documenta una foto dell'epoca con la tuta rossonera - è un tifoso della prima ora, si è innamorato probabilmente dell'ultimo Milan di Capello, di sicuro di quello di Ancelotti reso celebre dalle giocate di Kakà, altro Pallone d'oro del casato, col quale ha scambiato - via social - un messaggio affettuoso.
Modric è stato didascalico nello spiegare perché ha scelto il Milan pur avendo ricevuto "molte altre offerte". "Perché Tare è venuto a Zagabria per spiegarmi il progetto" la spiegazione condita da quel famoso avvertimento, "guarda che io voglio vincere trofei, voglio competere" che deve passare come una sorta di monito anche per il club impegnato in un calcio-mercato che ancora non decolla (ieri è arrivato Terracciano dalla Fiorentina, Pubill terzino destro il prossimo). Insomma non è venuto da Madrid, lasciando alle spalle 13 anni di celebrata militanza con 6 Champions league alzate al cielo, per fare tappezzeria. E Allegri è pronto a fargli spazio nel cuore della squadra ai primi di agosto quando avrà completato il periodo di riposo schierandolo nel ruolo classico di regista, alla Pirlo per intendersi velocemente.
Luka ha già individuato il suo primo riferimento dello spogliatoio raccontando che ha scelto la maglia numero 14 "perché il 10 è di Leao, un grandissimo" a dimostrazione che la loro intesa diventerà fondamentale. Così come le sue radici e anche i suoi rapporti. "Il mio idolo è Boban, per lui son diventato tifoso del Milan" la chiusura.