Moelgg fenomeno ma poi frena per salvare il podio

Ad Adelboden Manfred 3° in slalom dopo aver dominato la prima manche: "Ho pensato a quando sprecavo tutto...". Rivincita di Hirscher

Moelgg fenomeno ma poi frena per salvare il podio

Adelboden - La notte svizzera ha portato consiglio all'uno e all'altro. Marcel Hirscher ha preparato il piatto freddo della vendetta, dopo il flop di sabato in gigante, e confezionato una vittoria da manuale in slalom. Manfred Moelgg sfiora la leggenda, perdendo il podio in gigante per un soffio, ma agguantandolo ieri in slalom, con il mestiere di chi, nel dubbio, le occasioni non le butta. Questa è la storia di due campioni: il primo ha saputo recuperare dall'ottavo posto alla gloria massima. Il secondo ha dominato la prima manche e gestito nella seconda con saggezza.

Hirscher primo, e sempre più leader di classifica generale e di slalom, Moelgg terzo e Oscar all'Italia per la costanza: in mezzo, inossidabile secondo, Mario Matt fra i veterani di questa pista dove solo i grandissimi sopravvivono al muro finale. «La prima volta mi son chiesto se fosse possibile sciare su un tracciato così ripido», racconta Hirscher che qui nel 2012 aveva centrato una doppietta. «Ho provato 18 volte a salire su questo podio», ricorda Moelgg, sfogliando gli annali che per gli azzurri parlano del podio numero 200 fra le porte strette. Questione di prospettive: il "discorso del re" di questa Chuenisbaergli racconta di un abbonato a podio e vittorie che per una volta si inceppa e, ritrovata la quadra, accetta anche il bagno di umiltà di stonare una delle canzoni più amate dagli svizzeri - "Quanto sei bello Oberland" - cantando solo, microfono alla mano, davanti a 12mila elvetici in fibrillazione. «Tranquilli, non farò mai il cantante», rassicura Hirscher.

"Manni" gli sta accanto e gongola: «Quando ho messo i bastoncini fuori dal cancelletto mi son detto che volevo battere Hirscher a tutti i costi, ma poi ho ripensato a quando, lo scorso anno, partivo col 60 e ora trovarmi costante in due discipline, pur attendendo ancora l'acuto, è molto più importante che sbagliare ed uscire». Per Moelgg i conti tornano: «Non ho sentito la responsabilità di essere in testa dopo la prima manche, quando però a metà della seconda ho piazzato due "calcate", ho capito che non dovevo buttare il piazzamento». Moelgg firma così il suo podio numero 16, secondo in questa stagione, dopo quello d'esordio in gigante a Soelden. Lui può puntare sereno ai Mondiali. Non così i suoi compagni: Stefano Gross, qui terzo lo scorso anno, non si qualifica; fuori nella prima Patrick Thaler, out nella seconda Cristian Deville. Bravo il "giovane" Roberto Nani, 15° col 40, mentre si riaprono i giochi per la convocazione al Mondiale di Giuliano Razzoli, ieri 12°, a secco di risultati e fiaccato dal mal di schiena: «Ho la coscienza a posto da quando ho nove anni», spiega l'oro di Vancouver, precisando che prima non gareggiava, «se non mi portano a Schaldming capirò, ma per me è un periodo duro».

Intanto da St.

Anton le buone notizie arrivano soprattutto per Tina Maze che, vincendo il suo primo superg in carriera, su Anna Fenninger e Fabienne Suter, allarga il club delle "top five" - Kroenberg, Wiberg, Kostelic, Paerson, Vonn -, le signore che han saputo vincere in ogni disciplina. Miglior azzurra, ancora Daniela Merighetti, quindicesima. Ora la coppa maschile si sposta a Wengen, le signore a Cortina.

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