Fallimento Italia, tradimento Balo

Buttato il Mondiale. Gli azzurri non riescono mai a tenere la porta chiusa. Escono per incapacità di fare gol e per gli errori del Ct

Fallimento Italia, tradimento Balo

dal nostro inviato a Natal

C'è un'Italia che ha smesso di sognare e un'Italia che ha smesso di segnare troppo presto. Tutti a casa, la parola fallimento ci sta bene: se lo caricano sulle spalle Prandelli e Balotelli, che fanno rima anche nel disastro. Il ct si è dimesso, l'attaccante dovrà sudare per tornare in azzurro. Aggiungete le dimissioni irrevocabili di Abete, presidente federale, ed ecco un'Italia da rifare. Forse potevano pensarci prima. Magari scegliere meglio, certamente avere più coraggio. La crisi del nostro calcio non è nata qui in Brasile.

I numeri dicono qualcosa: due gol segnati all'Inghilterra eppoi astinenza, il classico goccia su goccia e la roccia si scava. La difesa italiana non è mai stata rocciosa e lo sapevamo, ieri Prandelli ci ha provato con il trio juventino ma poi si è messo Buffon a fare il Superman per tenere tutti in piedi.

Italia figlia delle sue povertà, ma l'Uruguay era composto da tanti scarti del campionato nostro e da due cannonieri invidiati nel mondo. I cannonieri sono stati tenuti a bada, poi c'è sempre la stonatura che ti condanna. Stonato anche l'arbitro, sarà che Italia nostra con i latinoamericani non ha fortuna. Byron Moreno ci fece danni, questo messicano è stato comico nel dedicare un cartellino rosso a Marchisio (per un fallo su Arevalo) che valeva forse un giallo, nel soprassedere sul morso che Chiellini ha ricevuto da Tyson Suarez, altro che Pistolero, e nel glissare sul fallo di Bonucci ai danni di Cavani, dopo 5 minuti della ripresa, che chiamava il rigore.

Partita per condanne facili e assoluzioni difficili. Peccato veder Pirlo chiudere la carriera in azzurro con questo colpo basso: ha lottato e mai trovato il passaggio risolutore. Ci ha provato con un tiro, l'unico verso la porta uruguayana, deviato da Muslera. Ingeneroso il verdetto nei confronti di Buffon che ci ha messo tutto, anche un tweet prima del match, per risvegliare sentimenti e ardori. La doppia parata su Suarez e Lodeiro, nel primo tempo, e la fantastica paratona sull'incursione del “Pistolero” nella ripresa meritavano il bacio della buona sorte e la promozione.

Ma Buffon e Pirlo non sono tutta l'Italia. Qui c'era gente che aveva poca benzina e gente che non aveva la testa. Nazionale tradita da Mario Balotelli e dalle scelte di Prandelli. SuperMario è stato indecente e ingeneroso nei confronti dei suoi compagni: la luce si è spenta subito, sono bastati quattro spintoni a terra per mandarlo in tilt, si è fatto ammonire per un intervento da kamikaze poco intelligente, sarebbe stato fuori nella prossima partita. Prandelli, finalmente, ha preso coraggio e lo ha lasciato fuori a metà tempo: temeva di rimanere in dieci, ma più chiaramente ne aveva piene le scatole. Mario a fine partita se n'è andato da solo sul bus, mentre gli altri aspettavano il ct che ha perso la sua scommessa: aveva puntato sulla nazionale per Balotelli e con Balotelli ed, infatti, oggi tutti a casa. Impensabile un tradimento così clamoroso, ma almeno prevedibile. Poteva portarsi qualche attaccante in più e qualche Aquilani, Paletta, e via dicendo, in meno. La coppia con Immobile è scoppiata subito. Il guaglione napoletano ci ha provato, ma mai ha trovato la sponda giusta: due percussioni in area e nulla più. L'Uruguay non è un fortino difensivo nonostante la presenza di Godin, che poi è stato il migliore dei centravanti quando è sbucato in area incrociando il pallone, crocefiggendo Buffon e l'Italia.

Uruguay lento e prevedibile a centrocampo, non c'erano fenomeni. Ma neppure da noi. Verratti ha preso in mano la squadra nel primo tempo dimostrando che il tempo lavora per lui, ma è ancora a miccia corta. È stata partita con colpi e colpetti, come nella logica di queste sfide con i sudamericani. L'Italia ha provato a sviluppare gioco, ma poi si dev'essere domandata: che gioco è mai questo? Non era melina e nemmeno calcio effervescente. Il caldo non imperversava. L'Italia ha tenuto botta fin quasi all'ultimo: quel gioco-non gioco aveva fruttato. Prandelli ci ha provato pure con Cassano.

E Fantantonio ha illustrato la sua qualità, ma gli mancava un centravanti, essendo subentrato proprio a Immobile. Scelta necessaria o un'altra astruseria del ct? A qualcuno sarà venuta in mente quella battuta ormai lontana di Cassano: con questo non si vince niente. Parlava del Prandelli allenatore a Roma.

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