In 19 mesi la premiata ditta Berlusconi-Galliani ha colmato un'assenza durata 19 anni. È il nuovo record affisso nella bacheca del calcio Monza reduce dalla promozione («sul campo, avevamo 16 punti di vantaggio sulla seconda dopo 27 gare» precisa Galliani) in serie B, «trentesimo trofeo del presidente Berlusconi».
La storia di questa nuova e suggestiva avventura calcistica ha un incipit speciale che è poi la chiave di volta dei successi di una generazione di manager. «Un lunedì ero ad Arcore, mi avvicinai al presidente e gli soffiai la notizia in un orecchio: ho saputo che la famiglia Colombo sta cedendo il Monza a degli americani. Il presidente non rispose. A tavola, dopo pranzo, rivolto a figli e manager del gruppo chiese: che ne dite se compriamo il Monza? Risposero tutti sì. Si rivolse a me e disse: Adriano, vai e fai. Alla sera incontrai Felice Colombo e conclusi l'affare con una stretta di mano». Il primo scalino è saltato, promozione in B, con dedica speciale a Gigi Radice: adesso caccia aperta al traguardo successivo, la serie A, «mai toccato nella storia e sfiorato 4 volte», grazie alle dimensioni di questa mega provincia, Monza-Brianza, che conta 55 comuni e 900 mila abitanti. «Inutile nascondersi, non so se ce la faremo, ma dovremo provarci» è la missione che Berlusconi ha già affidato ad Adriano Galliani e che il suo ad ha girato a Brocchi, l'allenatore, confermato come il resto della squadra, grazie alla promozione («così sarà ancora: conferma garantita in caso di promozione»). Con il tecnico ieri ha anche parlato Silvio Berlusconi che gli ha detto che «la sua conferma è scontata». Mentre sulla squadra per la prossima stagione ha ribadito di volerla «tutta italiana». «Maldini jr.? Speriamo di sì».
L'ambizione dichiarata non è replicare il Milan (per Berlusconi la promozione del Monza è paragonabile «al primo scudetto dell'88») ma puntare a un modello virtuoso tipo Atalanta da cui hanno già ricavato lo spunto per realizzare l'ampliamento dello stadio Brianteo (tribuna confermata, rifatti gli altri tre settori a forma di C, capienza portata dagli attuali 10 mila a 25 mila). «Si vince quando c'è armonia e coesione» sottolinea Galliani ed è la prima riflessione ripensando forse agli ultimi anni in rossonero. «Giocheremo sempre con il sistema preferito dal presidente e da me, col 4-3-1-2: chi gioca a tre in difesa non ha mai vinto una Champions o un mondiale» è l'altro marchio di fabbrica da conservare. Insieme con i piani di rafforzamento già concordati a cena con Brocchi e il ds Antonelli: il primo contratto è già stato depositato ieri mattina (il centrocampista del Crotone Barberis). «Parliamo con tanti calciatori, di quelli grandi: non c'è nessuno che ci mandi a quel paese» cita con orgoglio il dato come per far capire che il logo del Monza è diventato di grande appeal. «Le regole sul tesseramento in B sono molto complicate, ci metteremo al lavoro senza fretta, il mercato chiuderà tra 5 mesi, e io sono convinto che negli ultimi ci saranno grandi opportunità da sfruttare» è la vecchia strategia rispolverata per l'occasione. Insieme con le prime date: raduno fissato il 1 luglio, amichevoli all'estero per iniziare il campionato il 26 ottobre alla pari con le altre rivali.
«Non faremo rivoluzioni né pazzie, il blocco sarà confermato, aggiungeremo 4-5 innesti» è lo stringato piano industriale.
Per ora nessun nome illustre all'orizzonte. Niente Balotelli («voglio bene a Mario»), magari Ibrahimovic già inseguito nei mesi scorsi. E Berlusconi conferma: «Era un nostro obiettivo, ma non si sa mai. Lo dico sia per lui sia per Kaka».
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