Dopo la risposta del Palazzo alle dure parole di Massimo Moratti su una classe arbitrale «non in buona fede» («Chi non crede in noi, lasci il calcio», così il presidente dell'Aia Nicchi), la Procura della Federcalcio sta valutando le frasi in chiave deferimento del patron interista. Il nuovo regolamento prevede che ci siano quindici giorni di tempo per prendere una decisione, per ora è stato aperto un fascicolo con tutto il materiale stampa relativo a quanto detto da Moratti. Si arriverà al deferimento? Tutto lascia pensare di sì anche se in passato il numero uno nerazzurro si era espresso con termini forti nei confronti degli arbitri, senza però subire alcun procedimento disciplinare. Successe l'anno scorso dopo la sconfitta in casa con il Napoli: Moratti puntò l'indice contro l'arbitro Rocchi chiedendone di fatto la ricusazione.
Intanto emerge qualche informazione in più sul «casus belli» di domenica nel match con l'Atalanta: Gervasoni sarebbe stato avvertito di un'irregolarità di Samuel (era lui il giocatore «colpevole» e quindi ammonito) e poi convinto a concedere il rigore ai bergamaschi dall'arbitro di porta Massa. Episodio che ricorda quanto avvenuto in Catania-Juve (arbitro Gervasoni!) quando l'addizionale Rizzoli convinse il guardalinee Maggiani ad annullare un gol regolare agli etnei.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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