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Il muro viola regge, l'Atalanta rallenta la corsa Champions

Ariel Feltri

Bergamo L'Atalanta sperava di rimanere in scia al Napoli mantenendo intatto il sogno Champions, ma di fronte ad una Fiorentina vestita da provinciale non è riuscita nell'intento nonostante gli sforzi e i molti tentativi portati fino all'ultimo respiro della partita.

È mancata ai nerazzurri la precisione nei passaggi decisivi per liberare gli attaccanti al tiro, anche per merito dei difensori viola, in particolare di Astori e di Tatarusanu, il primo implacabile nel limitare il gran lavoro del pivot Petagna, l'altro con almeno un paio di interventi decisivi nella ripresa su conclusioni di Petagna e di Freuler. Il risultato, identico a quello dell'andata, visto come sono andate le cose non si può ritenere ingiusto, anche se i bergamaschi hanno provato con maggior insistenza e caparbietà a conquistare il successo.

La truppa di Gasperini si consola comunque con il settimo risultato utile consecutivo, una marcia impensabile ad inizio stagione. La Fiorentina, a sua volta, è uscita dal campo esultando: in fin dei conti ha ottenuto un buon pareggio in casa di un'avversaria che viaggia con dieci punti di vantaggio. La squadra di Paulo Sousa ha badato soprattuto a chiudere gli spazi agli ispiratori della manovra avversaria, Gomez e Spinazzola che solo nei minuti di avvio sono riusciti a creare pericoli imperversando lungo la corsia sinistra. Sull'altro lato Conti è stato meno incisivo del solito e D'Alessandro prima e Kurtic poi, non sono andati più in là del compitino. In mezzo al campo l'assenza di Kessie squalificato si è fatta sentire, in particolare sono mancati i suoi poderosi inserimenti. Nessun serio rischio, infine, a dimostrazione della solidità della formazione bergamasca, ha corso la porta di Berisha. Masiello, Caldara e soprattutto Toloi nulla hanno concesso agli avversari. I quali hanno provato a sviluppare qualche trama offensiva, in particolare sfruttando le idee lucide di Badelj e Vecino, ma l'evanescente Tello e i fumosi Chiesa e Ilicic non sono mai riusciti a liberarsi dei rispettivi avversari e servire Kalinic, spesso dimenticato e costretto a girare a vuoto fra troppi avversari. «Ci è mancato solo l'ultimo passaggio e un po' di qualità nel fare gol, ma nel complesso abbiamo fatto bene - così il tecnico degli orobici Gasperini -. Siamo in lotta per l'Europa League e ce la giocheremo fino alla fine».

Alla fine il più contento è stato Sergio Pirozzi, il sindaco di Amatrice, che oltre agli applausi ha ricevuto l'incasso della giornata che sarà destinato alla ricostruzione del campo sportivo della cittadina colpita dal terremoto.

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