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Nadal resta re di Parigi. Schianta Djokovic e fa 20 come Federer

Il maiorchino eguaglia l'amico e rivale elvetico per Slam vinti. Roger: "Ben fatto..."

Nadal resta re di Parigi. Schianta Djokovic e fa 20 come Federer

La terra è color ocra, la pallina è rotonda e il Roland Garros è di Rafael Nadal. Sono queste le verità di fatto dello Slam parigino, che ha visto per la tredicesima volta trionfare lo spagnolo. Niente da fare per il n.1 del mondo Novak Djokovic, letteralmente schiantato con il punteggio di 6-0, 6-2, 7-5. Chissà, forse la miglior partita mai giocata da Rafa in carriera perché concludere con 31 vincenti e 14 errori è qualcosa di speciale anche per un campione come lui. Certo, dall'altra parte c'è stato un Djokovic da 52 gratuiti, segnale che qualcosa per il verso giusto non è andato, ma meriti a Nadal perché battere in questo modo il serbo, mai sconfitto davvero in questo 2020 se si esclude ovviamente la famosa squalifica di New York negli ottavi di finale contro Pablo Carreno Busta, è da rimarcare.

Le variazioni sul tema nel corso del match sono state tante. Nadal ha alternato splendidamente il suo gancio di dritto alle palle corte. Specie nei primi due parziali, il balcanico si è trovato al cospetto di un enigma e trovare la soluzione è stato impossibile. La profondità di palla del maiorchino è stata tale che i gestori del campo non avranno alcun problema nel ripulire il campo in prossimità delle righe, visto quanto ha sciorinato da fondo il n.2 del ranking. In sede di presentazione si era parlato di diagonali di rovescio e di Nole che avrebbe potuto mettere in difficoltà coi suoi colpi piatti da sinistra l'iberico. La scarsa consistenza nell'atto conclusivo del serbo non ha reso possibile questo progetto tattico e quindi l'unica cosa era quella di congratularsi con chi è stato più forte. Un riscontro significativo sotto molteplici aspetti.

Nadal ha raggiunto Federer («ben fatto, amico», i complimenti dell'elvetico a Rafa) a quota 20 Slam e conquistato la vittoria n.100 in questo torneo sulle 102 partite disputate. Da avvalorare, dunque, la candidatura dello spagnolo a giocatore più vincente di tutti i tempi, centrando la terza vittoria in finale a Parigi contro Nole e concludendo per la quarta volta in carriera il Major francese senza perdere neanche un set (2008, 2010, 2017 e 2020). E così l'iberico ha spento sul nascere le polemiche di inizio torneo su velocità e rotazione delle palle e la lentezza del campo. Inutile negare che le condizioni avevano un po' tarpato le ali ai colpi in top-spin dell'asso iberico. Rafa, da grande campione, si è adattato, aggredendo queste palline simile a delle pietre e lasciando andare il braccio. Alla fine della fiera, solo il nostro Jannik Sinner nei quarti di finale ha saputo scalfire alcune delle certezze di Sua Maestà e di ciò il giovane altoatesino può andare fiero.

Vero è che a Parigi, ancora una volta, l'assalto del nuovo che avanza si è infranto contro lo scoglio nadaliano, Covid o non Covid. Rafa ha dato dimostrazione di aver ancora fame di vittorie, nonostante le 34 primavere, e quindi per chi ambisce allo scettro ci sarà ancora tanto da fare. «Vincere qui un'altra volta è molto più di un sogno, questo è il campo dove mi diverto di più. Mi spiace solo non poter festeggiare come al solito - così Nadal -. Ci rivedremo qui nel 2021, spero con lo stadio pieno». «Non sono soddisfatto di come ho giocato, ma sono stato battuto da un giocatore migliore.

Rafa ha dimostrato perchè è il re sulla terra rossa», ha detto Djokovic.

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