Napoli Gomiti appoggiati alla panchina, sguardo perso sul San Paolo, impassibile quando il suo vice Carbone gli sussurra qualcosa più volte all'orecchio: l'immagine di Zenga è la fotografia del Crotone che va a tenere compagnia a Benevento e Verona nella discesa in B. Finisce a Napoli la favola del Crotone e termina in maniera struggente ma anche tenera, con rossoblù e azzurri a consolarsi a vicenda, proprio mentre l'applauso dei cinquantamila rende onore a vinti e vincitori.
Occorreva un miracolo e forse nemmeno sarebbe bastato visti i risultati delle avversarie, il problema vero è stato il Napoli: vivo e vegeto, brillante e arrembante, spettacolare e cinico, soprattutto di parola, niente regali perché nessuno è stato generoso con gli azzurri. I calabresi si sono squagliati subito, quattro minuti e la Spal già vinceva, lasciando intuire che anche l'impresa a Fuorigrotta sarebbe stata vana. Preludio al Napoli che iniziava a carburare e a macinare il suo fantastico tiki-taka. Buonissima volontà, una discreta gamba e anche un efficace pressing iniziale: sono state le armi con le quali i rossoblù hanno provato a irretire il palleggio napoletano, senza però mai offendere dalle parti di Reina. Zielinski e Allan hanno fatto la voce grossa a centrocampo, in attacco la differenza è stata firmata da Insigne e Milik. Il primo autore dei due deliziosi assist che nel primo tempo hanno scritto la storia della gara, con Milik (devastante il suo rientro in squadra negli ultimi due mesi) e Callejon nei panni del bomber di turno.
Zenga ha provato comunque a dare un senso all'ultima domenica in serie A, iniziando la ripresa con quattro attaccanti e ordinando ai suoi di non mollare nemmeno un centimetro. Ma portandosi dietro quel magone inconsolabile perché nel frattempo la Spal aveva raddoppiato e triplicato, sfumando ogni illusione e buon proposito. Iniziative lodevoli, come quelle di Tumminello che ha fatto secco Reina a tempo quasi scaduto, dando un piccolo senso alla trasferta e attirando comunque l'applauso scrosciante di Fuorigrotta. «Fa male retrocedere è il laconico commento del tecnico ho la morte nel cuore però accetto il verdetto anche se non lo condivido. Come il Napoli: secondo me meritava di vincere lo scudetto».
Il più bel Napoli si ferma a 91 punti, se ripartirà ancora da Sarri lo sapremo in queste ore. Il tecnico ha fatto un giro di campo: «Domani (oggi, ndr) parlo con la mia famiglia e poi decideremo insieme.
Il presidente ha bisogno di una risposta veloce perché deve programmare, lo capisco». «Il tempo è scaduto, devo guardare avanti ha detto De Laurentiis a me non ha ancora dato una risposta. Lo scudetto? Con quattro punti in più era nostro, mica potevo andare a rubare».
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