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Napoli, basta uno schiaffo e la diga Udinese crolla

I friulani reggono 45', poi Mertens apre le danze. Allan e Callejon le chiudono. La Roma è vicina

Angelo Rossi

Napoli Venti minuti pazzeschi di alta scuola calcistica, a mille all'ora e adesso il secondo posto è un tantino più vicino. Il Napoli regala un tempo all'Udinese, poi lo stordisce quando decide di alzare il ritmo e di andarsi a prendere l'obiettivo minimo della stagione. Eppure per metà match sembrava un altro match-ball sprecato. Ancora al San Paolo. Se i punti generosamente lasciati a Fuorigrotta contro Sassuolo, Palermo, Lazio e Atalanta hanno estromesso gli azzurri dalla lotta per il tricolore, quelli di ieri sarebbero costati cari e amari in ottica secondo posto. «Ritornate in campo e vincete a tutti i costi»: ecco il messaggio no-limits di Sarri, trasmesso al gruppo durante l'intervallo. Non era possibile per la terza volta in questa stagione non accorciare le distanze sulla Roma pur conoscendone il risultato in anticipo.

Primo tempo di rara bruttezza, merito o demerito dell'Udinese dipende dai punti di vista: l'annunciato atteggiamento speculare (4-3-3) non s'è mai visto, seguace fedele del 4-4-2 Delneri ha riproposto lo schema più tradizionale per creare due linee pressoché impenetrabili tra la propria difesa e il centrocampo. Tutti arroccati in maniera attenta e diligente dinanzi a Karnezis, due pullman a protezione di un pareggio prezioso per i friulani, inutile per i partenopei che contro questo tipo di barricate fatica ad essere arioso e veloce. E nemmeno può bastare il possesso palla, in alcuni tratti della gara arrivato a sfiorare l'ottanta per cento, perché dominare una partita non significa vincerla. Occorrono le occasioni. E il Napoli ha dovuto attendere 48 minuti, sonnecchiando per un tempo e poi colpendo all'improvviso a inizio ripresa: genialata di Jorginho che s'inventa un assist di trenta metri, un corridoio spettacolare che sposta il pullman dalla carreggiata e consente a Mertens di mettere dentro il pallone numero 21 del campionato, lui che centravanti non è mai stato.

Il destro a giro del belga ha ovviamente trasformato i connotati tattici del match, non perché l'Udinese si fosse poi riversata in massa nella metà campo altrui per alzare il baricentro, semplicemente perché il Napoli ha continuato ad attaccare potendo però disporre di spazi più ampi. E allora sì che c'è stato da divertirsi, perché Hamsik ha sfiorato il raddoppio, imitato pochi istanti dopo da Insigne, l'ex smanioso Zapata è salito in cielo l'unica volta che gli è arrivato un cross decente e ha colpito il palo ma soprattutto perché l'altro ex, Allan, s'è ricordato di possedere un destro fulmineo e ha bucato Karnezis, complice una deleteria scivolata di Adnan.

Ecco, il meglio racchiuso nei venti minuti nei quali i napoletani hanno premuto sull'acceleratore e chiuso i conti, spettacolo e concretezza, una difesa che per la seconda volta non becca gol e un San Paolo sempre più pazzo di questa squadra, bella e impossibile.

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