Un anno fa (gli azzurri giocavano con l'Empoli, ex squadra di Sarri) il tecnico varò il tridente dei piccoletti. Da quel 26 ottobre 2016, all'annuncio delle formazioni, l'attacco Callejon-Mertens-Insigne è diventato una sorta di ritornello sia in campionato, sia in Champions League e perfino in Coppa Italia. Negli ultimi 15 mesi, complice anche il doppio infortunio capitato a Milik, il folletto di Frattamaggiore e lo spagnolo hanno giocato 64 delle 65 gare dei partenopei (Insigne vanta uno score di 56 partite di fila), il belga ne ha saltate solo quattro. E in totale il terzetto ha garantito al Napoli 93 reti delle 153 segnate tra la scorsa stagione e quella in corso.
Impossibile rinunciare ai tre, ne sanno qualcosa Gabbiadini e Pavoletti che hanno dovuto lasciare la squadra azzurra per avere spazio o ancora Giaccherini e Ounas ai quali sono rimaste le briciole (appena 109 minuti in due da agosto a oggi). E ora che il cammino sta diventando da record (28 punti su 30) e anche le avversarie dirette corrono a velocità massima, Sarri è obbligato a insistere con il trio meraviglia. Oggi al San Paolo arriverà il Sassuolo dell'ex Bucchi, l'ultimo tabù da sfatare per una squadra che non si pone più limiti. All'orizzonte c'è la delicata e quasi decisiva sfida con il Manchester City (mercoledì sempre a Fuorigrotta), ma il tecnico non fa sconti sulla formazione. Il turnover con il Genoa battuto a Marassi, vittoria che ha cancellato un'altra ombra della passata stagione dopo l'Atalanta, ha riguardato difesa e centrocampo. Unici reparti dove c'è stata alternanza di uomini (Koulibaly, Ghoulam e Hamsik le uniche eccezioni).
Alla luce del sole, tranne l'esperto Maggio che farà rifiatare Hysaj (uno dei sette calciatori del Napoli con più di 1000 minuti nelle gambe), e con una cornice di pubblico eccezionale - attesi 53mila spettatori al San Paolo - riecco i titolarissimi. Gli avversari di oggi, allenati all'epoca dall'attuale tecnico della Roma Di Francesco, rappresentarono uno dei buchi neri dello scorso campionato: due pareggi tra andata e ritorno e 4 punti regalati proprio ai giallorossi che alla fine vinsero la corsa al posto diretto per la Champions. Di occasioni il Napoli ne gettò al vento diverse, ma le sfide con i neroverdi fecero male: l'1-1 del San Paolo il 28 novembre 2016 suonò come una beffa perché al Sassuolo mancavano sette titolari, il 2-2 del Mapei Stadium il 23 aprile scorso, strappato da Milik sui titoli di coda, siglò il fallito sorpasso alla Roma.
Sarri, ancora silenzioso alla vigilia ma questo ormai non fa più notizia, non vuole lasciare per strada punti e concentrazione.
Tanto che venerdì ha tenuto la squadra impegnata per 4 ore, tra lavoro in campo e analisi tattica in tv. La stagione sta entrando nel vivo e le avversarie non conoscono battute d'arresto. E siccome il campionato resta l'obiettivo principale della stagione, non si può lasciare nulla al caso.
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