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Napoli, due lampi per restare in vetta

La squadra di Sarri non brilla, poi fa festa grazie a Koulibaly e al ritrovato Callejon

Napoli, due lampi per restare in vetta

Napoli - Prologo poco edificante con gli ultrà napoletani che cercano il contatto con quelli veronesi: tentativo fallito per fortuna, con un paio di poliziotti costretti a farsi medicare in ospedale. Poi il match: ansia da prestazione o forse da scudetto, chissà. Vince la capolista ma non alla sua maniera. Benedetta la sosta perché il fiato grosso ha rischiato di combinare un'altra frittata, dopo la figuraccia in coppa Italia con l'Atalanta. Successo meritato, va detto subito e senza nemmeno l'ombra dell'aiutino perché il gol che ha deciso il match non è così scandaloso, o ai limiti della regolarità, come invece avevano fatto credere le furibonde reazioni del Verona. Il fatto è che in alcune sue pedine chiave, il Napoli ha smarrito brillantezza e velocità d'esecuzione. Jorginho si concede qualche tocco di troppo, Insigne divora gol fatti, Mertens rincorre gli avversari e non il pallone ma soprattutto la catena di sinistra non sforna palloni giocabili a ripetizione semplicemente perché Mario Rui non è Ghoulam.

C'è il Verona di fronte e allora finisce due a zero, partita risolta negli ultimi venti minuti anche se giocata dai figli del Vesuvio interamente nella metà campo gialloblù. Pecchia se l'è giocata schermando il centrocampo: Bessa e Buchel davanti alla difesa, affidando ai polmoni di Verde, Romulo e Farias il compito di pressare i portatori di palla partenopei e di organizzare uno sbarramento iniziale sulla linea mediana. Giochino che è riuscito in pieno nel primo tempo perché il Napoli non vi ha saputo opporre la sua proverbiale precisione nei passaggi e un ritmo sufficientemente alto. Oltre a un'eccessiva confidenza negli ultimi venti metri, quando sarebbe servito puntare dritto verso la porta avversaria anziché insistere nella ricerca della giocata spettacolare. Pur prevedibili, gli azzurri hanno creato quattro limpide occasioni per sbloccare il risultato: un palo di Mertens, un destro in curva di Allan da ottima posizione, e due erroracci sotto rete di Insigne, di solito più avvezzo a buttar dentro certi palloni anziché sprecarli. Negligenze che hanno fatto imbestialire non poco Sarri che predica sì il buon calcio ma da settimane chiede invano ai suoi calciatori maggior concretezza e cinismo.

Avendo regalato un tempo, il Napoli s'è trovato a premere sull'acceleratore nella ripresa, attaccando a testa bassa a discapito della qualità e ingolfando l'area veronese. Ne è venuto fuori un ovvio tiro al bersaglio, con ripetuti tentativi da fuori area ben controllati da Nicolas e un altro colpo di sfortuna sotto forma di capocciata di Insigne: anche questa sul palo, il secondo di giornata. È dovuto uscire Koulibaly dalla difesa per scacciare la paura: migliore in campo ancora una volta, il senegalese ha anticipato tutti su corner, compreso Nicolas troppo soft nell'uscita. Rivista più volte, non sembra esserci contatto falloso, piuttosto emerge la distrazione dei difensori veronesi.

Pecchia la prende male e si fa espellere, il Napoli la prende benissimo e si scioglie, archiviando la pratica sull'asse Insigne-Callejon.

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