Dovrebbe essere severamente proibito trasmettere e osservare, in contemporanea, la Serie A e il Clasico di Spagna. Due sport diversi, velocità e tecnica superiori ed opposte (baruffe finali anche al Bernabeu, vittoria del Real) ma tant'è, nel nostro quartiere la Roma toglie al Napoli l'esclusiva del primo posto, con il primo gol in campionato di Dybala. Stessi punti, stesso numero di vittorie e di sconfitte ma Gasperini ha un assetto difensivo più solido di quello di Conte (devastato in Europa) che però ha quasi il doppio di gol. Nessuna delle due gioca un football memorabile, esiste un comune denominatore legato ai due tecnici, sono reduci da batoste europee, Gasperini si sta adattando ad una realtà ambientale, che gli permette un lavoro interno senza oppressioni ma con affanni legati all'attacco, reparto (o reperto) con troppi fantasmi; Conte alterna depressioni ad euforie, vive sui nervi, li trasmette ai suoi e agli avversari, il recupero di Hojlund dovrebbe permettergli maggiore tranquillità. La sconfitta della Juventus con la Lazio non fa più notizia, squadra sconclusionata, impaurita, scelte ignoranti di Tudor, dirigenza assente nei rapporti con tecnico e spogliatoio, calciatori impresentabili, esempio: David è un falso nueve, ocho, siete, seis, cinqo, cuatro, tres, dos, uno, zero. Non ci saranno colpi di scena per la panchina, non ci sono i soldi per pagare un altro allenatore, tra una settimana assemblea azionisti e nuovo cda con personaggi improbabili, monsieur Damien Comolli in testa a tutti, è la nuova Juventus di John Elkann, il disastro di Roma va oltre il risultato.
Domani si rigioca, subito risposte del Napoli, nel derby personale di Conte a Lecce, del Milan a Bergamo, là dove Juric ha richiamato Carnesecchi a parlare di meno e a fare il professionista. Prevedo proteste di piazza e in parlamento a difesa della libertà di parola. Se anche Chivu dice: "Io non piango come si fa in Italia" allora il condominio è completo.